Roma, DEF. Con una maggioranza risicata alla “manovra del popolo” viene dato il via libera. Dopo il sì del Senato con 161 (soli 4 voti di stacco) favorevoli e 109 contrari, la Camera dei deputati ha approvato la risoluzione con 331 voti favorevoli e 191 voti contrari.
Adesso si attende la firma di Mattarella.
Inizia ufficialmente l’epopea Gialloverde, che proprio su questa manovra sta puntando tutto. I rischi sono alti, gli avvertimenti da parte della UE sono stati molti, ma il governo sembra andare avanti, sperando nella magnanimità degli italiani e nella loro fiducia.
Leggi in cosa consiste il DEF
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Ed è proprio la speranza il punto debole di questo governo. Il non potersi affidare a dei fatti concreti rende vulnerabile l’esecutivo il quale regge attualmente su una (calante) fiducia popolare. Un vero salto nel vuoto, sia nella politica interna sia nei rapporti con gli altri Stati comunitari. In un paese dove manca totalmente la concezione che le manovre politiche necessitino di cicli lunghi diversi anni prima di assaporarne gli effetti desiderati (sempre che li portino), sperare che la cittadinanza riesca a prendere con filosofia questa attesa è un po’ azzardato. Il problema semmai sta nella stessa promessa elettorale, che a monte avrebbe necessitato una mitigazione. Infatti oggi, sia che la manovra si porti a compimento, sia che (ipotesi improbabile) si faccia marcia indietro, sarebbe comunque un grande colpo per il governo il quale perderebbe la legittimazione.
“Nel 2019 il deficit salirà al 2,4% scenderà al 2,1% nel 2020 e all’1,8% nel 2021”
Spiega il capogruppo pentastellato al Senato, Stefano Patuanelli: “L’intenzione del governo è portare in consiglio dei ministri già lunedì decreto fiscale e manovra. Se riusciamo a chiudere tutto è un segnale anche per l’Europa perché il 15 ottobre dobbiamo consegnare la bozza. Credo che in primavera possano partire sia la riforma della Fornero che il reddito di cittadinanza, perché pensiamo ci vorranno tre mesi per la questione dei centri per l’impiego, forse un mese in più”.
Nonostante il parere dei mercati sia alquanto negativo, la JP Morgan smorza la tensione dichiarando che vede nell’Italia una possibilità di investimento.
Infatti, secondo il colosso americano, i cui fondi stanno aumentando l’esposizione sull’Italia, il differenziale sui rendimenti dei titoli non salirà oltre la soglia di allarme di 400 punti.
Il capo investimenti, Nick Gartside, aggiunge che il rischio e l’incertezza politica italiana sono adeguatamente remunerati.
Incalza Luigi Di Maio: “Se abbiamo deciso di investire nel reddito di cittadinanza e nella quota 100, lo abbiamo fatto perché queste misure sono fondamentali per la tenuta sociale dell’Italia. Il reddito di cittadinanza funzionerà in Italia come funziona già in Europa. Agli amici europei dico: non diamo soldi a pioggia. Il reddito di cittadinanza uccide il voto di scambio. Noi, aiutiamo chi cerca un lavoro. Gli consentiamo almeno di vivere in una condizione di povertà relativa che Eurostat stabilisce a una soglia di 780 euro. Siamo disposti a dialogare con tutti ma non a tornare indietro perché quello che gli italiani hanno chiesto va fatto”.
Si rende necessario comunque sottolineare l’enorme divario che intercorre fra l’economia italia e quelle delle altre economie europee. Tale divario potrebbe appunto portare una serie di effetti altamente indesiderati a quella manovra che ha fatto sperare, e fa sperare, gran parte della fascia meno abbiente del paese.
Che si stia indirettamente fomentando la nascita di un nuovo mercato nero?