La corruzione è talmente diffusa in Italia che non fa più notizia, divenuta una consuetudine tale che denunce, arresti e processi, non fanno più presa sull’opinione pubblica. Quando le tangenti colpiscono la Rai, la tv di Stato, ancor di più la notizia passa inosservato o quasi… Il PM Paolo Ielo lo ha definito un sistema corruttivo mafioso ad opera di un imprenditore venuto dal nulla, David Biancifiori,detto Scarface, per le sue manie di grandezza, titolare tra gli altri, della DI.BI Technology, azienda che fornisce strumenti di scena ed allestimenti a Rai, Mediaset, La7 e Infront.
La Procura di Roma ha rinviato a giudizio oltre a Biancifiori, il fratello Danilo, Giuliano Palco e Pamela Oliva, i dirigenti Rai Domenico Gabriele Olivieri, Maurizio Ciarno’, Stefano Montesi, ed i dipendenti Cesare Quattrociocche, Marco Lucarelli, Fausto Carboni, Massimo Castrichella. Le indagini sono partire grazie alla denuncia di una ex dipendente della ditta di Biancifiori, Orietta Petra, la quale ha dichiarato che era un fatto normale nella politica aziendale quella di pagare tangenti. Orietta Petra si rende conto del sistema corruttivo ad opera di Biancifiori quando, Pamela Oliva le passa una chiavetta usb per stampare alcuni documenti. All’interno si trova una cartella “Leste” contenente nomi, cognomi ed importi delle singole tangenti. Dalla sua denuncia sono scaturite 4 inchieste e due processi.
Anche altri dipendenti avrebbero segnalato questi fatti, ma le segnalazioni sarebbero sparite. In questo paese chi denuncia viene messo alla porta e subisce minacce per aver esclusivamente fatto il proprio dovere. Infatti Orietta Petra vive sotto scorta ma non è entrata ancora nel programma di protezione testimoni di giustizia e subisce minacce continue. Il nome di Biancifiori è stato affiancato anche a quello dei Casamonica per presunti rapporti d’affari: pare che in periodi di difficoltà economiche, le casse dell’azienda venissero riempite con finanziamenti di dubbia provenienza.
Biancifiori non è nuovo a fatti del genere, già in passato è stato coinvolto in una inchiesta per corruzione e turbativa d’asta per ottenere commesse ed appalti milionari dalla Presidenza del Consiglio, quando il Presidente del Consiglio era Silvio Berlusconi. La DI.BI Technology ha versato 30mila euro in tangenti per ottenere l’appalto riguardo alla manutenzione hardware e tecnonologia audio video di Palazzo Chigi. Quando si tratta del coinvolgimento dello Stato, come quello della tv di Stato, è meglio tacere… intanto una donna determinata e onesta è finita sotto scorta.