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Servizi segreti tra ieri ed oggi, non deviati ma…comandati

| 11 Maggio 2018 | CRONACA

La storia della nostra Repubblica è costellata da misteri e depistaggi come di omissioni e contiguità alla criminalità ad opera dei servizi segreti. Li identifichiamo come servizi segreti deviati, ma deviati non sono perché da qualcuno gli ordini li ricevono, e quel qualcuno sono i vertici dello Stato italiano.

Eppure, quella mano oscura che ha agito in passato e chissà quante volte agisce ancora adesso, ha condizionato la vita del nostro paese e, nonostante tutto, qualcuno di essi sale agli onori della cronaca solo quando, dopo anni di depistaggi, si riescono ad ottenere verità parziali come quella riguardante Giovanni Aiello, detto faccia da mostro, ex agente di polizia congedato nel 1977 e deceduto su una spiaggia calabrese nell’agosto scorso colpito da un infarto; questo è stato quanto dichiarato dal referto medico…lui è stato per anni al servizio dello Stato per i lavori sporchi.

Non per il lavoro degli agenti dei servizi segreti sia trasparente, altrimenti non sarebbero così segreti, ma quanti finti incidenti casuali: infarti e strani suicidi sono accaduti ed archiviati dalla magistratura come morti naturali o semplici disgrazie come tante altre? Dopo anni, a volte, si viene a conoscenza di alcuni interventi dei servizi segreti in eventi drammatici accaduti nel nostro bel paese. Rimangono verità parziali e mai totali, lasciando l’amaro in bocca ai parenti delle vittime che subiscono anni di processi senza ottenere giustizia per i loro cari.

In molti attendono ancora verità, come Enrico Mattei sia precipitato con il suo aereo. Il giornalista Mauro De Mauro aveva raccolto materiale sulla morte di Mattei come PierPaolo Pasolini che stava scrivendo il libro “Petrolio” proprio sulla vicenda Mattei, Nino Agostino, Attilio Manca, oltre ai familiari delle vittime delle stragi degli anni 80 e 90. La piena verita, in questo paese, non esiste mai. La strage di Bologna nell’agosto 1980 nella quale persero la vita 85 persone, come la strage di Via d’Amelio, solo per citarne alcune, sono avvolti nel mistero con l’ombra dei servizi segreti che aleggia prepotentemente.

Sembra che vi sia un gruppo di uomini utilizzati da chi ha tutti gli interessi ad affossare la verità, votati quindi a quell’assurda ragion di Stato per la quale si è disposti sia a depistare e a uccidere. Per quanto riguarda le stragi di Capaci e di Via d’Amelio, i funzionari dei servizi segreti sono colpiti da una improvvisa amnesia generale: non so, non ricordo, non ho visto e sentito nulla. Sembra che abbiano frequentato la scuola di omertà! In Sicilia negli anni ’80 e ’90 operava una cellula dei servizi che ha avuto un ruolo nelle sttagi; sospetti e scheletri nell’armadio di un passato ancora vivo e senza la verità completa anche a causa di pentito creati a tavolino in grado di depistare, sviare e quindi inevitabilmente, rallentare la ricerca della verità.

È ancora avvolto nel mistero chi soggiornava a Villa Igeia a Palermo nei giorni antecedenti, e il giorno successivo alla strage di Via d’Amelio. Molto probabilmente nemmeno i nostri pronipoti conosceranno la verità e, più passano gli anni, più sarà difficile. In passato erano il Sismi e il Sisde, dal 2007 sono Aisi ed Aise le agenzie che si occupano dei servizi segreti interni e l’agenzia informazioni di sicurezza Estera. In passato, i migliori militari entravano per chiamata nei servizi e spesso era un ruolo che si tramandava di padre in figlio con tanto di cellule dormienti pronte ad essere utilizzare in caso di necessità. Ora le cose sembrano cambiate tant’è che i servizi reclutano molti giovani nelle università italiane, in base alle loro esigenze quali informatici come laureati in lingue.

La figura dello 007 italiano non si identifica con quella cinematografica di James Bond, può essere anche il vicino di casa che conduce una doppia vita, un lavoro secondario per copertura ed il compito principale dell’agente segreto. Non è un film ma realtà, come reale sono le commistioni sino a pochi anni fa, tra servizi segreti e amministrazione penitenziaria: il “Protocollo farfalla”, una attività gestita dai servizi all’oscuro della magistratura col fine di tenere rapporti con esponenti mafiosi.

I servizi segreti rispondono e prendono ordini direttamente dai vertici dello Stato italiano, esiste quindi una volontà politica in ogni misterioso delitto o strage irrisolta nel quale lo Stato è entrato a gamba tesa e fa melina per evitare che la verità emerga? Probabilmente si; ovvietà nota a tutti ma impossibile dimostrarlo. Tutti sanno che è così ma la prove sono secretate o distrutte. Non si può pensare che degli uomini agiscano di loro iniziativa, i servizi segreti deviati sono stati comandati da qualcuno che, seguendo il vecchio adagio secondo il quale se per ottenere un nuovo ordine bisogna fare disordine, ha tutto l’interesse affinché le trame oscure di questo Stato non emergono mai.

L’operazione trasparenza voluta dall’Aise che ha aperto la sua sede Forte Braschi alle scolaresche per visitare il museo degli 007, non riesce ad allontanare i sospetti sull’operato dei nostri servizi segreti in tempi non lontani. “La conoscenza delle cose è la salvezza della Repubblica” è il motto dell’Aisi, “Comprendo e difendo” quello dell’Aise, ma vorremmo comprendere e conoscere anche noi comuni cittadini, la vera verità è la salvezza di questo Paese.

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