
La nostra società si trova ad affrontare una emergenza speciale, dovuta alla continua espansione del fenomeno della criminalità organizzata. Non esistono più zone geografiche specifiche, ma il fenomeno mafioso si è esteso a macchia d’olio su tutto il territorio nazionale, infiltrato ormai, nel tessuto politico, sociale ed economico del nostro paese. Una realtà di fronte alla quale, i giovani non devono essere spettatori passivi, ma nuove sentinelle della legalità del futuro.
Si spera sempre che, di generazione in generazione, qualcosa possa cambiare; lo sperano in molti e tutti coloro che spendono volentieri il loro tempo a parlare di legalità ai giovani nelle scuole. Si è soliti, erroneamente, identificare i giovani come persone un po’ superficiali, lontani dalla realtà, che vivono nel loro mondo fatto di smartphone e web invece, quando ci ritroviamo di fronte a loro, a trattare temi abbastanza complessi, a volte con stupore, ci rendiamo conto che sono molto più profondi e coinvolti di quanto si possa pensare.
Le mafie non sono estinte, anzi con la sommersione sono silenziose e non sparano più oppure lo fanno molto meno, così trattano molti più affari condizionando la vita economico-sociale del nostro paese, grazie alla complicità di imprenditori e liberi professionisti compiacenti come certi politici facilmente corruttibili. Per questi motivi, nella lotta alla criminalità è centrale il tema culturale ed il ruolo delle nuove generazioni.
“Parlate di mafia. Parlatene alla radio, in televisione, sui giornali. Però parlatene”. Questa frase pronunciata da Paolo Borsellino racchiude tutta l’importanza e la necessità di informare i giovani studenti delle scuole con percorsi mirati in base al loro grado di istruzione. Sin da piccoli è necessario avvicinarli alla legalità, far sì che questo tema, diventi una consuetudine scolastica.
La più grande nemica della cultura mafiosa è la conoscenza, la cultura che crea perdita di consensi. Il mezzo che si deve utilizzare è la scuola con percorsi, iniziative, assemblee di isituto a tema non solo nella giornata della legalità, non solo per commemorare le stragi di Capaci e via d’Amelio, ma un continuo lavoro in sinergia tra docenti, forze dell’Ordine e formatori di legalità. La scuola insegna il senso civico, il rispetto degli altri, la mafia li distrugge. La scuola deve puntare sulla qualità della vita di tutti, la mafia supporta gli interessi di pochi.
Legalità significa giustizia, libertà, rispetto, uguaglianza e coraggio. Bisogna insegnare ai ragazzi ad essere futuri adulti liberi in grado di rispettare il prossimo, capaci di esprimere le proprie opinioni liberamente avendo il coraggio di non abbassare lo sguardo di fronte alle ingiustizie, ai soprusi, all’illegalità.
La lotta alla mafia passa soprattutto dall’istruzione, ecco perché la formazione culturale di base deve essere accompagnata dalla cultura dell’antimafia.