Ancora una volta la magistratura sale agli onori della cronaca, a causa delle mele marce che rappresentano una spina nel fianco per la maggior parte dei magistrati onesti che lavorano per il bene della comunità. In Sicilia sono state arrestate 15 persone a seguito di un’inchiesta partita dalla Procura di Messina, grazie ad un esposto presentato da otto magistrati contro il collega Giancarlo Longo.
Secondo quanto accertato dalle indagini, Longo sarebbe inserito in una associazione a delinquere dedita a favorire imprenditori negli appalti pubblici e pilotare sentenze anche del Consiglio di Stato e i procedimenti giudiziari in genere. Longo era solito autoassegnarsi indagini al solo scopo di acquisire informazioni su inchieste svolte dai colleghi, riempiendo i fascicoli di prove e consulenze fasulle per favorire gli assistiti dei due legali coinvolti con lui.
Altri P.M. sapevano che c’era in corso un dossieraggio nei loro confronti e chi osava parlare sarebbe stato screditato dalla penna del giornalista compiacente, ad esempio quella di Giuseppe Guastella del periodico “il Diario”. I favori elargiti da Longo erano ben retribuiti. Si parla di circa 88 mila euro versati da due società: Entropia energy srl e Oceania one consulting srl e di viaggi a Dubai con varie feste in famiglia. In carcere insieme a Longo finiscono Piero Amara, Giuseppe Calafiore, entrambi avvocati, e Alessandro Ferraro. Gli altri arrestati sono ai domiciliari.
Piero Amara 48 anni, viene indicato come un problem solver al servizio delle grandi imprese. Un avvocato con una grande rete di relazioni tra magistrati e imprenditori per ottenere commesse pubbliche. Tra gli indagati, anche l’ex deputato regionale e notaio Giambattista Coltraro. Le indagini riguardano la costruzione del centro commerciale Fiera del Sud e l’ampliamento di una discarica gestita dalla Cisma Ambiente. Altre procure, quelle di Milano e Roma, stanno indagando su Amara che sarebbe riuscito a pilotare anche sentenze del Consiglio di Stato.
Un filone delle indagini riguarderebbe il caso Consip nel quale è indagato il padre dell’ex premier Matteo Renzi. Si attendono, quindi, ulteriori terremoti giudiziari sperando che non ci siano insabbiamenti e boicottaggi ad opera di chi dovrebbe applicare le leggi. Come si può continuare ad avere fiducia nella magistratura quando alcuni magistrati sono collusi?
Questa è solo la punta dell’iceberg!