Il glifosato è il pesticida più usato al mondo. Venduto con il nome di Roundup e prodotto dalla multinazionale Monsanto (proprietà dell’azienda tedesca Bayer), negli ultimi giorni si è fatto un gran parlare di questo composto chimico per via della decisione dell’Unione Europea che ha approvato l’uso di questo sostanza per almeno altri cinque anni all’interno dei confini comunitari. Tra i più grandi paesi dell’Unione, Francia e Italia hanno votato contro il suo utilizzo, mentre la Germania, per ragioni di interesse economico, ha votato a favore. La decisione dell’Unione Europea ha acceso aspre critiche perché il glifosato è considerato da molti una sostanza pericolosa per la salute dell’uomo. L’IARC (l’agenzia dell’Oms che fa ricerca sul cancro) ha definito il glifosato “probabilmente cancerogeno” per l’uomo. Tuttavia, se vi sono ancora dubbi sulla dannosità di questa sostanza per l’uomo basta osservare il caso dell’Argentina per levarli tutti.
L’Argentina è il paese che fa il più alto utilizzo di glifosato al mondo. L’agricoltura è uno dei pilastri dell’economia e il paese sud-americano esporta prodotti alimentari in tutto il mondo. “L’Argentina produce cibo per 400 milioni” di persone e “per produrre quantità così elevate di mais, riso, frumento e soia (i principali prodotti agricoli esportati n.d.a.) , l’Argentina ha investito sull’agricoltura Ogm”. Ecco che entra in gioco il glifosato. Il diserbante è di tipo “non selettivo, cioè distrugge indistintamente tutte le piante con cui viene a contatto, per questo motivo in agricoltura viene usato solo nelle coltivazioni Ogm, le uniche che riescono a resistergli”. È stata dimostrata una correlazione tra uso di glifosato e incidenza dei tumori nelle aeree del paese in cui viene usato il pesticida. “Il dottor Medardo, segretario al ministero della salute nella provincia di Cordoba, ha sovrapposto la cartina che mostra le aree geografiche con coltivazioni che usano agrochimici (pesticidi, tra cui glifosato n.d.a.) con quella che mostra i casi di tumore. Le due mappe corrispondono perfettamente”. La città di San Salvador, nella regione dell’Entre Rios, è il centro della produzione nazionale di riso ed è stata soprannominata “el pueblo del cancer”, la città del cancro, perché, come dice il dottor Medardo, “una persona su due muore di cancro”. La città è circondata da campi coltivati e aziende di lavorazione dei prodotti agricoli, il glifosato viene usato anche “per essiccare e conservare il riso” e tutti subiscono gli effetti dell’uso di questa sostanza. “Viviamo per il campo ma si muore per il campo” dice uno degli abitanti. L’agricoltura è la principale fonte d’impiego per la stragrande maggioranza dei cittadini di San Salvador ma le conseguenze del glifosato vengono subite da tutti, non solo da chi lavora nei campi. Il glifosato è ovunque: nell’aria, nell’acqua, nel sottosuolo. “La quantità di sostanze chimiche derivanti dal glifosato nell’acqua è 220 volte superiore a quello che renderebbe l’acqua potabile in Italia”. Tutti sono a contatto con questa pericolosa sostanza che non si trova solo nei campi ma anche nelle discariche a cielo aperto che circondano la città e dove vengo buttate le taniche di glifosato. Avere un parente col cancro è la normalità, mentre i bambini nascono con gravi malformazioni e spesso muoiono poco dopo la nascita.
I danni del glifosato alla salute umana sono ovvi come dimostra l’alta incidenza dei tumori nelle aree in cui viene fatto largo uso di questa sostanza, sebbene le autorità pubbliche, come il ministero della salute argentino, si rifiutino di riconoscere la dannosità di questo pesticida. Ma perché negare l’evidenza? Perché si continua a legalizzare questi omicidi indiscriminati? Il motivo è presto detto. “La vendita degli agrochimici vale 3 miliardi di dollari -rivela il dottor Medardo- il 10 % dei guadagni della produzione agricola è investito nel costo degli agrochimici. Se si proibisce il glifosato, l’agricoltura va in crisi. Stiamo identificando un problema molto grave che qui in Argentina, e in tutto il mondo, si produce cibo usando veleno”. Già, perché i prodotti alimentari coltivati in Argentina vengono esportati in tutto il mondo, Italia compresa, ma non finisce qui. Damian Marino, professore di chimica ambientale e ricercatore, ha verificato “la presenza di glifosato in prodotti che usiamo tutti i giorni”, come cotone e garze che si vendono in farmacia e prodotti per l’igiene intima femminile, come gli assorbenti. Sui prodotti analizzati è stata trovata un’alta percentuale di glifosato superiore al 60 % e “con una frequenza di individuazione del 100 %”. I prodotti analizzati, e che vengono poi esportati in tutto il mondo, sono fabbricati nel Chaco, la regione più povera dell’Argentina. Anche qui come nell’Entre Rios si fa grande uso del glifosato e l’incidenza dei tumori è molto alta. La popolazione è povera e vive principalmente nelle aree rurali dove si trovano i campi che vengono fumigati con il glifosato. In Argentina si sta consumando l’assassinio silenzioso di migliaia di persone ma nonostante ciò l’Ue ha acconsentito all’uso di questa pericolosa sostanza. Il regalo di Natale per la tedesca Bayer, anche se con un pò di anticipo. È vergognoso constatare come la salute delle persone venga sacrificata sull’altare degli interessi economici.
Più di ogni altra parola vale il servizio girato da Gaetano Pecoraro, giornalista de Le Iene, nel novembre 2016 e che documenta in modo preciso e toccante la disperata e vergognosa situazione in cui vivono numerosi cittadini argentini. https://www.youtube.com/watch?v=VlVVVMlTvL4