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Il Presidente Mattarella “bacchetta” l’UE

| 24 Luglio 2017 | POLITICA

Il “metodo di fermezza negoziale sarà quello che ci consentirà di superare i numerosi ostacoli che ancora si frappongono a un lungimirante ed efficace governo del tema forse più rilevante oggi di fronte all’Unione europea, quello di una gestione del fenomeno migratorio di carattere autenticamente comunitario”. Lo ha affermato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo alla Farnesina alla dodicesima Conferenza degli Ambasciatori.

“Non è facile -ha proseguito il Capo dello Stato- elaborare strumenti adeguati di fronte a un fenomeno di tale ampiezza, ma questo deve essere il nostro obiettivo. Vi sono varie strade per governarlo: quella che certamente non esiste è l’illusione di poterlo rimuovere”. “E’ una discussione collegiale, seria e responsabile, quella che chiediamo, senza spazio per battute estemporanee al limite della facezia, che non si addicono al dialogo e al confronto internazionali”.

“Se l’Italia è, nel Mediterraneo, frontiera d’Europa, all’europeizzazione del salvataggio di vite umane in mare -che ha visto il nostro Paese ricordare ad altri, attraverso l’esempio, quali fossero i principi e i valori che costituiscono le fondamenta stesse della civiltà d’Europa- deve corrispondere – ha puntualizzato Mattarella- l’europeizzazione dell’accoglienza di chi ha diritto, ma anche l’europeizzazione dei rimpatri e la predisposizione di canali legali di immigrazione. Si tratta di elementi tutti essenziali, che devono essere inseriti in un quadro comune al livello continentale”.

“L’Unione -ha detto ancora il Capo dello Stato- ha iniziato a guardare all’Africa con maggior consapevolezza, sia da un punto di vista politico sia con riferimento alle risorse dedicate alla sua crescita. Il quadro complessivo rimane, tuttavia, ancora troppo frastagliato. Le politiche di sostegno dei principali donatori si muovono spesso senza coerenza e, quindi, con minor efficacia rispetto a un aiuto allo sviluppo che rimane pur sempre a livelli insufficienti. E vi sono, d’altro canto, notevoli difficoltà legate alle complesse dinamiche interne di vari Paesi di quel Continente”.

“Il metodo inaugurato con il migration compact, e successivamente declinato nei diversi programmi con i primi Paesi-pilota, deve estendersi, considerando apporti che potrebbero essere forniti da donatori non europei, in uno sforzo finalmente sinergico, a beneficio -ha concluso Mattarella- del rafforzamento sociale e istituzionale dei Paesi africani”.

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