
VICENZA – Come è noto dopo gli anni 50′ il territorio Veneto, in particolare quello vicentino, ha subito una forte pressione di industrializzazione senza aver nessuno scrupolo dell’uso del territorio come ambiente di discarica; tra altro, senza nemmeno mettere in conto le conseguenze di contaminazione che l’ambiente ha subito negli anni. Eppure nel 2006, una intervista al dott. Crebelli componente della commissione tecnica regionale, affermò che l’unico modo di non venire a contatto con queste sostanze, PFSA, è quello di non produrle.
Dunque poco importa se l’art.41 della Costituzione cita che l’attività economica deve essere sempre subordinata alla tutela morale e fisica dei cittadini. Ma questa è una storia molto triste, una delle tante, paradossalmente che fanno scalpore e che vanno in contrapposizione all’idea di chiudere l’azienda e lasciare i lavoratori senza un futuro oppure continuare ad inquinare e costringendo i lavoratori sotto la minaccia del licenziamento?! I casi sono pragmatici e convulsi anche se le istituzioni fanno le orecchie da mercanti…
L’iniziativa del dott. Antonio Nardone Ad Miteni di aprire le porte dell’azienda al pubblico come atto di trasparenza per poi paventare la chiusura e, inevitabilmente, dare il via ai licenziamenti, ha un sapore provocatorio nei confronti della comunità e delle istituzioni che trovare soluzioni per il bene comune. In fatti anche per questo, a distanza di un anno, si sono dati appuntamento davanti alla Miteni spa migliaia di persone giunte in bicicletta dai vari comuni dell’hinterland vicentino. Una massiccia presenza che chiede a gran voce alle istituzioni locali, regionale e nazionale, nonché all’azienda Miteni, il risarcimento dei danni e la chiusura immediata dell’azienda imputata.
Il rapporto tra la gente comune e le sigle presenti, tra cui Greenpeace e Lega Ambiente, si intreccia pacificamente davanti all’azienda sorvegliata a vista dalle forze dell’ordine. E la presenza dei rappresentati politici locali e regionale accentua ancora di più l’importanza dell’acqua come un bene primario e indispensabile per la comunità avvelenata da anni. Tutti uniti, dunque, pedalando verso il Comune di Trissino; per la segretaria provinciale del PD Veronica Cecconato, il segretario provinciale del Partito di Rifondazione Comunista Roberto Fogagnoli e la consigliera comunale del M5S Sonia Perenzoni, il problema deve essere risolto in tempi brevissimi e con le opportune responsabilità, puntando uniti il dito sull’amministrazione regionale . Anche il segretario della lista civica Montecchio Alternativa Pietro Gervasio, ha evidenziato il problema Miteni ricordando che il territorio è marcato anche dai disastri creati dalla Pedomontana e Tav.