
Nel corso di un’imponente operazione condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, i Carabinieri hanno eseguito fermi e arresti nei confronti di 181 persone, tra boss, uomini d’onore ed estortori appartenenti ai principali mandamenti mafiosi del capoluogo siciliano e della provincia.
L’inchiesta, coordinata dal procuratore Maurizio de Lucia e dalla procuratrice aggiunta Marzia Sabella, ha permesso di ricostruire l’organigramma delle famiglie mafiose, i loro affari illeciti e il tentativo di Cosa nostra di riorganizzare la Cupola provinciale. L’operazione ha coinvolto oltre 1.200 Carabinieri, supportati da reparti specializzati e unità aeree.
Parallelamente, emerge un grave problema di sicurezza all’interno delle carceri: i detenuti mafiosi avrebbero accesso a micro-sim e telefoni criptati, strumenti con cui continuerebbero a impartire ordini e gestire traffici illeciti. Secondo gli inquirenti, tali dispositivi sarebbero utilizzati per comunicazioni difficili da tracciare, consentendo ai boss di mantenere il controllo delle attività criminali.
Gli arrestati devono rispondere di numerosi reati, tra cui associazione mafiosa, tentato omicidio, estorsione, traffico di droga, favoreggiamento e reati legati alle armi e al gioco d’azzardo. L’indagine ha coinvolto i mandamenti di Santa Maria di Gesù, Porta Nuova, San Lorenzo, Bagheria, Terrasini, Pagliarelli e Carini, confermando ancora una volta la pervasività di Cosa nostra e la sua capacità di adattarsi alle pressioni investigative.