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Omicidio Senago, la madre di Alessandro Impagnatiello: “Mio figlio è un mostro”

| 2 Giugno 2023 | IL FORMAT
mamma alessandro impagnatiello

Il viso segnato dalla disperazione, gli occhi pieni di lacrime. Si è presentata così davanti alle telecamere della Vita in Diretta, il programma di Rai 1, Sabrina Paulis, 54 anni, madre di Alessandro Impagnatiello, il barman accusato di aver ucciso a Senago (Mi) Giulia Tramontano, incinta di 7 mesi di suo figlio. “Ale non era così credetemi. Non lo so cos’è successo. Io non ci credo ancora, non ci credo“.

Tanta la disperazione della mamma Sabrina. Umile e dignitosa nel chiedere perdono, come solo una mamma sa fare: “Mio figlio è un mostro…Non oso immaginare i familiari di Giulia – dice la donna – Non lo voglio immaginare. La mamma Loredana è una persona fantastica. Alessandro è un mostro, lo so. Io le chiedo perdono, da madre, ma non so cosa fare. Io le chiedo perdono per aver fatto un figlio così, io chiedo perdono a tutta la famiglia“.

“Ma tu lo perdoneresti? Sei sua madre” chiede la giornalista. “No, come fai a perdonare? Alessandro pagherà, quello si ma è imperdonabile“.

L’intervista si chiude con un appello. “Alessandro, ti prego, dì tutta la verità, ormai non puoi scappare da nulla. Hai rovinato tutti quanti, tutti, devi dire tutta la verità, perché lo meritiamo tutti. Giulia compresa, con Thiago, soprattutto Thiago. Tuo figlio, che non vedrai mai più, non ci sarà mai più, e non vedrai mai più Giulia perché quello che fai fatto, hai fatto schifo. Sei un mostro. Purtroppo sei un mostro. È la verità, è tua mamma che te lo sta dicendo. Sei un mostro”.

Una vita parallela nascosta anche alla madre

Ho sempre creduto ad Alessandro, perché lui era molto credibile. Io gli dicevo ‘Ale, tu mi devi dire qualcosa?’, eravamo io e lui da soli, ‘Mi devi dire qualcosa, Ale?’. Lui mi diceva ‘No, non ti devo dire niente… Mamma tu fidati di me’ ha detto, ‘dovete fidarvi di me, voi dovete fidarvi’. Come faccio a non credere? Anche perché Ale era così, ecco perché mi fidavo. Come fai, uno che ti dice così e poi sai che è tuo figlio. È un e lo ripeterò sempre, lui è un mostro… È sempre stato una persona educata, lui poi nascondeva ma noi non lo sapevamo, se lui aveva una doppia personalità noi non lo sapevamo”.

La doppia personalità

In molti si stanno chiedendo il perché di questo folle gesto, perché diventare il killer della madre dei tuoi bambini. Alla domanda sul perché il figlio abbia ucciso Giulia e suo nipote, mamma Sabrina risponde: “E’ impazzito, è impazzito. Non lo so, lui ha due personalità, per me ha due personalità. Non so che motivazione dare, è un’altra persona, non ci crediamo, non ci crediamo perché per me ha doppia personalità. Alessandro in un modo e Alessandro in un altro. E Alessandro che conosciamo noi è una persona bella, il mostro che era è quella persona che era dentro. E l’ha tirata fuori l’altra sera. Non l’ho più rivisto e forse non lo voglio più vedere. Come faccio a vederlo? Non lo so se andrò mai, gli porto la roba, quello sì, ma ad oggi io non andrò a trovarlo, oggi come oggi non andrò a trovarlo”.

I sospetti, l’aiuto a Giulia

Io riferivo a Giulia di essere intenzionata ad andare insieme a lei per presenziare all’incontro ma, la stessa, non ha voluto la mia presenza“, prosegue Sabrina. Con l’assassino l’aveva comunque accompagnata a Milano, al capolinea Comasina del metrò. “Giulia mi rassicurava sul fatto che, quando sarebbe tornata, mi avrebbe contattata“. Durante il tragitto la ragazza inviava dei whatsapp ad Alessandro: “Ti avviso! Non ti muovere da là che non faccio doppia strada. Non ti muovere!”. Il killer deciso però di sottrarsi al doppio confronto, e le due ragazze si scambiavano da sole le loro esperienze, le bugie di Impagnatiello e le ferite di donne tradite.

Ma la madre continua a porsi domande, per ora, senza risposta. “Alessandro perché l’hai fatto? Hai rovinato la vita a tutti“.

Le ultime novità

Intanto nel tardo pomeriggio è giunta la decisione del gip: convalida del fermo di Alessandro Impagnatiello e custodia cautelare in carcere. Per ora il gip ha escluso l’aggravante della premeditazione poiché “da quando è sorto il proposito di uccidere al momento in cui Impagnatiello ha accoltellato Giulia non è trascorso un arco di tempo sufficiente per riconoscere l’aggravante

Esclusa anche l’aggravante di aver agito con crudeltà perché “l’azione omicidiaria non risulta caratterizzata da particolare pervicacia tenuto conto del tipo di arma e del numero di colpi inferti”. “La condotta successiva all’omicidio non assume rilevanza” perché non serviva a “infliggere ‘sofferenze aggiuntive‘”.

 

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