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Nodo pensioni: al vaglio dell’esecutivo ci sono diverse soluzioni

| 30 Ottobre 2022 | ECONOMIA

Il governo di Giorgia Meloni lavora a un nuovo piano per le pensioni. Si pensa a un meccanismo per incentivare la permanenza al lavoro degli over 63, con un sistema di sgravi contributivi a favore del lavoratore, così da indurlo ad andare in pensione più tardi. È questa l’ipotesi allo studio dell’esecutivo per la prossima legge di Bilancio, secondo quanto filtra dal Tesoro.

A livello di cifre, per la Legge di bilancio, va precisato che fino a 21 miliardi di euro potrebbero arrivare dall’aumento del deficit programmato fino al 4,5% rispetto al Pil nel 2023, immaginando una crescita dello 0,6%, certificato dall’Ufficio parlamentare di Bilancio. Ciò significa uno scostamento di 1,1 punti percentuali in confronto al 3,4% tendenziale, cioè a legislazione vigente, inserito nella nota di aggiornamento del Def, messo nero su bianco a fine settembre dal precedente governo.

In questo quadro, l’esecutivo potrebbe quindi usare 5 miliardi circa sia per prorogare le misure di flessibilità in uscita sulle pensioni, in scadenza il 31 dicembre – quota 102, opzione donna e ape sociale – sia per alcune misure come la flat tax con un’aliquota agevolata al 15% per le partite Iva fino 100mila euro di ricavi e/o sui redditi in più dichiarati rispetto al triennio precedente (tassa piatta incrementale).

Sul capitolo pensioni è sicuro che ci sarà un intervento per evitare lo scalone al primo gennaio 2023, ma il lavoro è ancora tutto in itinere, con diverse opzioni allo studio.

Una ipotesi è anche quella su cui spinge la Lega, che pensa ad una quota 41 magari da 61-62 anni: proposta su cui lavorano i tecnici del partito che ipotizzano di recuperare risorse – ha spiegato il leader Matteo Salvini – attraverso una revisione del reddito di cittadinanza, mettendo “un periodo di pausa”.

Tra le proposte che potrebbero tornare sul tavolo c’è poi l’idea già presentata da FdI nella scorsa legislatura: l’uscita dal lavoro con 62 anni e 35 di contributi con un taglio sull’assegno (massimo 8%).

Per i pensionamenti oltre questo limite potrebbero scattare dei premi. Un intervento, questo, che si avvicinerebbe molto alle richieste di Cgil, Cisl e Uil per il dopo Quota 102.

Va ricordato che, nel frattempo, come già anticipato nel programma di FdI, Meloni ha confermato per il 2023 l’uso di Ape Sociale e Opzione donna, anche queste in scadenza a fine anno.

TAG: Governo Meloni, legge di bilancio, pensioni, sindacati
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