
Con una maggioranza fortissima, 439 voti a favore, 157 contrari e 32 astensioni, la plenaria del Parlamento europeo ha approvato a Bruxelles, la sua risoluzione sulla proposta della Commissione europea per la riforma del mercato dei permessi di emissione di CO2. Si tratta di un testo legislativo cruciale per cercare di ridurre le emissioni del 55% e non del 40% entro il 2030.
La riforma ha come obiettivo incentivare le industrie a investire in tecnologie a basse emissioni di carbonio ma cercando di salvaguardare anche i posti di lavoro.
Il Cbam, “meccanismo di adattamento del carbonio alle frontiere”, chiamato anche “carbon tax alle frontiere”, è il sistema di dazi climatici che si applicherà, con introduzione graduale a partire dal 2026, ad alcune merci importate da paesi che non hanno regimi simili all’Ets per la riduzione delle emissioni.
La riduzione totale delle emissioni che sarà a carico del sistema Ets entro il 2030 viene portata al 63%, due punti in più rispetto al 61% previsto nella proposta della Commissione
Questa votazione ha posto rimedio alla spaccatura fra i gruppi maggiori dell’Aula che aveva portato a una clamorosa bocciatura della stessa risoluzione durante l’ultima plenaria di Strasburgo, l’8 giugno scorso. Mentre il Ppe e i liberali di Renew avevano votato a favore, Socialisti, Verdi e Sinistra avevano votato contro, come l’estrema destra sovranista (Id) a la destra conservatrice (Ecr).
Il Parlamento europeo ha votato anche per il nuovo Fondo sociale per il clima per combattere la povertà energetica e della mobilità.