
“Siete uno spettacolo straordinario e il Circo Massimo è un posto bellissimo” urla felice Vasco ripetendo la parola d’ordine di questo tour che è “finalmente”. La prima delle due serate sold out per un totale di 140 mila spettatori – nessuno mai aveva fatto prima un doppio appuntamento, nemmeno i Rolling Stones – lascia senza fiato nonostante l’aria non sia caldissima nella pur già torrida quasi estate romana.
“Faremo esplodere il Circo Massimo di gioia” aveva promesso arrivando sabato 11 a Roma e così è stato nel nome della musica “che è il contrario della guerra perché non c’è guerra dove c’è la musica”.
È un polmone che torna a respirare, che grida all’unisono il Circo Massimo che vive dopo due anni di rinvii e di attesa, finalmente, il concerto di Vasco Rossi. E lui, il gladiatore, scende nell’arena con il sorriso stampato sulle labbra e nel nome di Russell Crowe accolto da un boato rock che fa tremare i polsi alle rovine che circondano uno dei posti più belli al mondo.
Il pubblico – compresi batterista e chitarrista dei Maneskin, Bebe Vio, Claudia Gerini, Marco Damilano tra i variegati vip – non è stremato da questa lunga attesa, anzi è come sempre eccitatissimo e stipato ovunque nell’immenso prato inclinato intorno al gigantesco palco che campeggia al centro in una vera e propria esplosione di luci (1500 i corpi illuminanti) e di musica con una potenza audio da 750.000 watt.
Vasco non si risparmia per oltre due ore e mezza concedendosi solo una piccola pausa, a partire dalla nuova XI comandamento e per finire come sempre con il cuore in mano e il pubblico oramai senza voce per l’immortale Albachiara.
Vasco non dimentica il suo inno alla pace – perché “la guerra è contro l’umanità” – (e alle femmine) anche se a parlare sono soprattutto le sue canzoni.
In “C’è chi dice no” con cui ribadisce il suo “Fuck the war! Stop the war!” e l’attualissima “Gli spari sopra” in solidarietà con chi sta soffrendo per una guerra che un senso non ce l’ha proprio: alle sue spalle appare una gigantesca piovra tentacolare metaforica.
Il concerto è un viaggio nel tempo, dall’album più recente che c’è quasi tutto ( l’ultima è “Siamo qui”), alle hit come “La pioggia alla domenica”, qui nella versione originale (quella con Marracash è sulle piattaforme digitali per Save the Children) e il singolo appena uscito, “L’amore l’amore”. Inedite a concerto le recenti: “Se ti potessi dire” (2020) e “Una canzone d’amore buttata via” (2021) o anche perle tirate fuori dal baule degli anni ’80: “Amore aiuto”, Blasco ’82 doc.
Non mancano “Un senso”, “Stupendo”, “Siamo soli”, “Senza parole”. Poi nella terza parte il clima si fa intimo. Si vola alto, molto alto da “Sballi ravvicinati del terzo tipo”, cambio al basso: scende il Torre, Andrea Torresani, e sale il Gallo, Claudio Golineli, guest star. Brividi con sorprese che non ti aspetti, come “Toffee” atmosfera da unplugged. E poi ancora “Sally” (sui megaschermi parleranno le immagini di cinque donne di cinque nazionalità diverse). Per i fuochi d’artificio finali: “Siamo solo noi”, “Vita spericolata” “Canzone” e ovviamente ”Albachiara”.
Vasco Live prosegue poi il 17 giugno a Messina (Stadio San Filippo), il 22 giugno a Bari (Stadio San Nicola), il 26 giugno ad Ancona (Stadio del Conero) e chiusura il 30 giugno a Torino (Stadio Olimpico). Tutte sold out, per un totale di oltre 676.000 biglietti venduti.