
Un “assegno energia” per aiutare il “ceto medio” ad affrontare i rincari energetici. L’idea arriva dal segretario del Pd Enrico Letta, intervistato durante il Live In a Bari. “Ho incontrato parti sociali, imprese e agricoltori, una parte del nostro sistema in grande difficoltà. Stiamo vivendo una fase in cui ci dobbiamo preparare a conseguenze anche sulla nostra economia. Saranno colpa anche di Putin e della sua guerra”, ha detto Letta. La conseguenza principale, dice l’ex premier, “sarà l’aumento dei costi dell’energia. Il governo è già intervenuto e lo ha fatto bene, ma alcune decisioni hanno una scadenza. Alcune aprile, altre giugno. Ho pensato a un assegno energia, in linea con quanto fanno Spagna e Germania”.
Si continua a parlare sempre più di un possibile embargo sul gas russo da parte dei Paesi dell’Unione europea. Per ora l’ipotesi sembra lontana: lo ha detto negli scorsi giorni il premier Mario Draghi, lo ha confermato a Live In Paolo Gentiloni. Per Letta, l’idea dello stop all’import da Mosca ha bisogno che gli Stati membri dell’Unione europea “si muovano tutti insieme”. Il segretario Pd evidenzia come la risposta europea alla guerra in Ucraina debba spingere al massimo “per obbligare Putin a fermare questa guerra orribile”. Difficile che si possa contare sull’aiuto delle Nazioni Unite. “Purtroppo sono impotenti di fronte a questa vicenda perché il veto che la Russia pone le rende impotenti”, dice Letta.
In ogni caso, sostiene Letta, oltre alle misure nell’immediato per far fronte ai rincari, è necessario iniziare ad andare veramente “verso misure di transizione energetica”. L’intento è “lasciare ai giovani un pianeta che sia vivibile”.
In un quadro economico dall’incerto futuro, bisogna pensare a “una cura shock per evitare una terza recessione, dopo quella del 2011-2012 e quella del 2020. Va evitata a tutti i costi”, dice Letta, che pensa a interventi nell’ambito di “un capitolo europeo e uno nazionale”.
Guardando alla politica italiana, Letta – pur riconoscendo qualche divergenza con i Cinque Stelle – conferma l’intenzione di andare avanti con le “alleanze con cui siamo andati alle elezioni amministrative con risultati positivi”. Anzi, “alle amministrative del 12 giugno arriveremo molto più unite che a quelle dello scorso ottobre”, dice Letta, che parla di “rispetto reciproco” tra le due forze politiche.
Punta invece il dito contro la coalizione di Centro Destra per “il tentativo pericoloso, sbagliato nei tempi e nei contenuti” di mettere in difficoltà il governo, creando “propagandisticamente una messinscena sul fatto che c’è un fantomatico partito che vuole aumentare le tasse sulla casa e un Robin Hood che lo vuole evitare. Salvini che difende il cittadino da noi cattivi è una balla gigantesca, costruita ad arte per evitare che si parli di Putin, della guerra e delle colpe di Putin”. Se c’è qualcuno che sta cercando di far cadere l’esecutivo, dice Letta, “va cercato a destra, non nel campo progressisti”.
Se le elezioni italiane non si terranno prima “dell’anno prossimo” – uno scenario che Letta definisce “ancora lontanissimo” – a preoccupare adesso è “il voto di domenica in Francia”. Per il segretario Pd, “se il 24 aprile vincesse Le Pen, sarebbe il più grande successo di Putin. A quel punto potrebbe fermare i carri armati, perché sarebbe arrivato nel cuore dell’Europa”.