
Sulla strage di Piazza Fontana, “le lunghe vicende processuali hanno lasciato vuoti e verità non pienamente svelate. Si tratta di ferite aperte, non soltanto per le famiglie delle vittime, ma per la Repubblica intera. Tuttavia, nonostante manipolazioni e depistaggi, emerge nettamente dal lavoro di indagine e dalle sentenze definitive la matrice eversiva neofascista e l’attacco deliberato alla vita democratica del Paese”. Lo scrive il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel 52esimo anniversario della strage che costò la vita a 17 persone.
Inoltre, la strage di Piazza Fontana fu un attacco alla democrazia. “Tutto questo è stato chiaro ben presto alla città di Milano e alla comunità nazionale. La risposta unitaria, solidale, di popolo contro il terrorismo, e contro tutti i terrorismi che insanguinarono l’Italia dopo Piazza Fontana, è risultata decisiva per isolare, sradicare e quindi sconfiggere l’eversione”.
E ancora: “La prova a cui l’Italia venne sottoposta fu drammatica. Ma vinse la democrazia, e con essa prevalsero i valori di cui la Costituzione è espressione. Anche per questo è necessario fare memoria. La democrazia è un bene prezioso che va continuamente difeso e ravvivato. E l’unità che il nostro popolo ha saputo manifestare, quando l’aggressione ha riguardato i diritti fondamentali della persona e le basi stesse della convivenza, costituisce un patrimonio tuttora prezioso. Passare il testimone alle generazioni più giovani vuol dire trasmettere quella civiltà che è frutto di storia, di cultura, di sacrificio e intelligenza collettiva”.
Alle 16,37, nell’ora esatta in cui 52 anni fa scoppiò la bomba alla filiale milanese di Piazza Fontana della Banca Nazionale dell’Agricoltura, il silenzio d’ordinanza ha dato il via alla cerimonia di commemorazione. Dopo aver deposto una corona nel luogo dello scoppio della bomba, il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, insieme ai parenti delle vittime, ai rappresentanti dei sindacati e dell’Anpi, accompagnati dal coro “ora e sempre resistenza” e “siamo tutti antifascisti” intonato dai numerosi presenti, hanno preso la parola.
“Il nostro obiettivo è quello di divulgare la verità storica legata a questa strage, oggi ricordata anche dalle formelle commemorative messe nella piazza, e giungere ad una memoria condivisa da consegnare alle nuove generazioni” ha detto Federica Dendena, nipote di Pietro, una delle vittime.
Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, si è detto convinto, invece, “che essere presenti oggi in questa piazza non significa solo testimoniare, ma anche sapere che siamo pronti a lottare per i nostri diritti, per la visione del futuro in un momento estremamente critico”.
“Quella di Piazza Fontana è una storia di dolore per le famiglie delle vittime, perché crebbe la paura di stare insieme e perché ancora oggi siamo qua senza colpevoli assicurati alla giustizia – ha aggiunto -, ma è anche una storia di resurrezione per la nostra città che reagì in modo composto, maturo e deciso e da lì in poi cambio la storia della nostra città”.
Paolo Silva, vice presidente dell’Associazione Famigliari delle Vittime di Piazza Fontana, prima di ricordare, citandole una per una, le vittime della strage, ha ricordato che “questo paese non ha ancora dato la pace che merita ai nostri cari, che con il loro sacrificio e la categorica risposta il giorno dei funerali, hanno impedito il tentativo vano di sovvertire l’apparato democratico di questo Paese”.
Dal palco sono intervenuti, tra gli altri, anche il presidente dell’Anpi, Gianfranco Pagliarulo, che ha detto che “con quella bomba ci si voleva ordinare di non cambiare nulle e invece ci convinse che bisognava cambiare molto” e Carlo Gerla, segretario milanese della Cisl, in rappresentanza anche di Cgil e Uil. Al termine della cerimonia, in ricordo delle vittime, ha preso il via anche il corteo “Milano non dimentica” con poche centinaia di persone.