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I possibili nomi del prossimo inquilino al Quirinale

| 12 Novembre 2021 | POLITICA

Il mandato presidenziale di Sergio Mattarella scadrà a breve. Eletto il 31 gennaio 2015, ha giurato il 3 febbraio. Dopo sette anni, il Quirinale avrà un nuovo inquilino a inizio 2022. Chi sarà il prossimo presidente della Repubblica? A poche settimane dall’elezione del prossimo capo dello Stato, iniziano a circolare nomi e ipotesi.

Un quadro più chiaro si potrà avere in prossimità del voto. Anche l’andamento della pandemia di Covid potrebbe giocare un ruolo nelle manovre politiche che porteranno alla scelta del nome per il Colle.

La posizione di Sergio Mattarella è nota. Il capo dello Stato ha escluso un suo secondo mandato come avvenuto per Napolitano. Già quella rielezione fu considerata da molti una forzatura costituzionale e dovrebbe restare un unicum. Mattarella è indisponibile e già pronto a traslocare in una nuova casa.

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L’attuale presidente del Consiglio, suo malgrado, è da mesi tra i nomi più ricorrenti per l’elezione al Colle. Il premier ha già da tempo chiarito che parlarne anzitempo sarebbe irrispettoso per l’attuale presidente della Repubblica, senza però esprimersi in alcun modo in un senso o nell’altro.

Le votazioni dovrebbero iniziare a metà gennaio e la scadenza si avvicina. Se Draghi andasse al Quirinale chi guiderebbe il governo per evitare una fine anticipata della legislatura? Il leghista Giancarlo Giorgetti ha ipotizzato: “Draghi al Colle potrebbe comunque guidare il convoglio anche dal Quirinale”.

Il leader della Lega Matteo Salvini continua a non sbilanciarsi, mentre Forza Italia, che nei mesi scorsi aveva lanciato Draghi al Colle, ora è cauta e ritiene più importante assicurare continuità a Palazzo Chigi. Draghi deve restare a Palazzo Chigi fino al 2023, ha detto chiaramente più volte Silvio Berlusconi. Anche Giuseppe Conte (M5S) è d’accordo: “L’obiettivo prioritario è la realizzazione del Pnrr. Draghi non è fungibile”.

Per superare questo nodo da qualche tempo circola una suggestione: Draghi al Quirinale con l’attuale ministro dell’Economia Daniele Franco a Palazzo Chigi, garante del piano nazionale di ripresa e resilienza.

Per l’ex presidente del Consiglio sarebbe la “giusta conclusione” della sua carriera politica e anche la riabilitazione definitiva dopo gli anni delle inchieste giudiziarie e l’onta della decadenza dal Senato. I partiti del centrodestra gli hanno assicurato sostegno, a parole. Ma lo stesso Berlusconi, numeri alla mano, sembra essere consapevole che i rischi di una “bruciatura” sono molto alti. E avrebbe lui stesso chiarito di non voler competere a tutti i costi.

L’ex premier Romano Prodi ha detto esplicitamente di non essere della partita per sopraggiunti limiti di età. E ha pronosticato: al Quirinale andrà chi ha meno veti, non chi ha più voti.

Tre nomi che sono circolati nelle ultime settimane (Gianni Letta, Pierferdinando Casini e Giuliano Amato). Sono accomunati da una lunga esperienza politica e istituzionale. Il più giovane, Casini, è anche l’unico in Parlamento attualmente. Il suo percorso politico trasversale potrebbe risultare molto utile per mettere assieme voti a gennaio.

Mai finora una donna è stata eletta alla presidenza della Repubblica. Una candidata possibile, secondo alcuni, potrebbe essere Marta Cartabia, attuale ministro della Giustizia e presidente emerito della Corte costituzionale. Una figura istituzionale e di garanzia anche se con poca esperienza politica.

Nel mese di ottobre era partita una mobilitazione per la candidatura di Liliana Segre: ma la senatrice a vita, sopravvissuta alla Shoah, ha ringraziato e chiuso la questione: “Non ho la competenza e ho 91 anni “.

TAG: elezioni del Presidente, Quirinale, Sergio Mattarella
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