I leader mondiali concludono oggi il loro summit di due giorni nell’ambito della Cop26 e lo fanno con una dichiarazione nella quale si impegnano a porre fine alla deforestazione entro il 2030. “Dobbiamo fermare la devastazione delle foreste” del globo, ha detto il premier britannico Boris Johnson che ha formalizzato l’annuncio dell’impegno internazionale aprendo i lavori della seconda giornata della conferenza.
La presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, ha annunciato “un miliardo di euro”, per l’impegno per le foreste, ricordando che “questo include 250 milioni di euro per il bacino del Congo”. Per la stessa iniziativa, il governo Usa si è impegnato a lavorare col Congresso per stanziare sino a 9 miliardi di dollari sino al 2030. Lo ha annunciato Joe Biden. Sono oltre 100 i Paesi che hanno aderito all’impegno per la riduzione delle emissioni di metano del 30% entro il 2030. Lo ha reso noto la Commissione europea in una nota.
Johnson ha sottolineato che la dichiarazione è stata sottoscritta da Paesi che ospitano l’85% delle foreste del mondo e ha elogiato l’adesione di Paesi come Russia, Cina, Indonesia, Colombia, Congo e – cruciale – Brasile.
L’iniziativa sulla riduzione delle emissioni di metano permetterà di mantenere a portata di mano l’obiettivo di limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi. “I Paesi che aderiscono al Global Methane Pledge – si spiega nella nota – si impegnano a raggiungere l’obiettivo collettivo di ridurre le emissioni globali di metano di almeno il 30%, rispetto ai livelli del 2020, entro il 2030 e a muoversi verso l’utilizzo delle migliori metodologie disponibili per quantificare le emissioni”.
La realizzazione dell’iniziativa ridurrebbe il riscaldamento di almeno 0,2 gradi Celsius entro il 2050, fornendo una base fondamentale per gli sforzi globali di mitigazione del cambiamento climatico. Stati Uniti e Ue annunciano anche una significativa espansione del sostegno finanziario e tecnico per assistere l’attuazione dell’impegno, con filantropi a livello globale che hanno impegnato 328 milioni di dollari in finanziamenti per sostenere l’aumento di scala di questo tipo di strategie. La Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo, la Banca europea per gli investimenti e il Fondo verde per il clima si sono impegnati a sostenere il progetto attraverso l’assistenza tecnica e il finanziamento di progetti.
Col raggiungimento dell’obiettivo di ridurre le emissioni di metano del 30% entro il 2030, si eviterebbero oltre 200mila morti premature, centinaia di migliaia di visite di emergenza legate all’asma, e oltre 20 milioni di tonnellate di perdite di raccolto all’anno. Sono le stime della Coalizione per il clima e l’aria pulita e del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente, secondo quanto riporta la nota Ue.
Alla fine dei primi due giorni di Cop26, Biden ha fatto un bilancio: “Abbiamo fatto molto, ma abbiamo ancora molto da fare. Dobbiamo accelerare e concentrarci sulle infrastrutture, anche quelle petrolifere, in modo che siano più sicure, e investire nell’eolico e nel solare”, ha detto il presidente Usa.
“Tutti devono contribuire”, ha aggiunto. Poi ha ribadito che gli Stati Uniti, con Donald Trump, sulla lotta ai cambiamenti climatici “avevano fatto un passo indietro, mentre oggi ripartono”. La lotta al cambiamento climatico è un “obbligo morale” verso le future generazioni, ha detto ancora Biden nella sua conferenza di chiusura, ricordando e lodando il grande lavoro dei giovani attivisti nel ricordare ai politici questo impegno.
“Gli Usa rispetteranno gli obiettivi fissati per la lotta ai cambiamenti climatici perché vogliono respirare e devono guidare il mondo”, ha assicurato, dicendosi fiducioso che il suo piano da 1.750 miliardi di dollari verrà appoggiato dal Congresso. Sulla Cina ha concluso: “Non sono preoccupato da un conflitto armato con la Cina, non c’è ragione. Xi Jinping ha fatto un grande errore a non venire né al G20 né alla Cop26 e mi aspetto che il Paese segua le regole come tutti”.
A Glasgow, il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani ha annunciato una serie di impegni da parte del governo italiano. Innanzitutto l’adesione alla Global Energy Alliance, un fondo da 10 miliardi di dollari con Rockfeller Foundation, Ikea Foundation, Earth Foundation di Jeff Bezos e altre istituzioni finanziarie internazionali per accelerare la transizione ecologica nei paesi meno sviluppati. Poi il ministero della Transizione ecologica ha deciso di stanziare un budget annuale di 3-4 milioni di euro per rendere fissa tutti gli anni la conferenza dei giovani sul clima, la Youth4Climate che è stata organizzata dal governo italiano a settembre a Milano prima della PreCop26.
Intanto, Jeff Bezos, fondatore del colosso americano Amazon e uomo fra i più ricchi del mondo, ha promesso, proprio nell’ambito della Cop26, una donazione da 2 miliardi di dollari per ridare vita a terreni “degradati” dal clima in ‘Africa. L’annuncio è arrivato durante un evento a cui Bezos ha partecipato al fianco del principe Carlo, erede al trono britannico e impegnato con la sua fondazione nella promozione di progetti ecologici e nella raccolta di contributi dal settore privato globale.
A Glasgow è stato dato il via anche alla ‘Eu Catalyst Partnership’, programma da 1 miliardo di dollari per incoraggiare gli investimenti in tecnologie per il clima. Lo ha annunciato, la presidente della commissione Ue Ursula von der Leyen. Il programma vedrà l’impegno comune dell’Ue, del fondatore di Microsoft Bill Gates e della Banca Europea degli Investimenti. “E’ l’innovazione che traccia la strada, è questo ciò che i nostri cittadini vogliono e noi non li deluderemo”, ha affermato von der Leyen.
Alla Cop26 è arrivato anche un messaggio da Papa Francesco, letto dal segretario di Stato Pietro Parolin. “Le ferite portate all’umanità dalla pandemia da Covid-19 e dal fenomeno del cambiamento climatico sono paragonabili a quelle derivanti da un conflitto globale. Così come all’indomani della seconda guerra mondiale, è necessario che oggi l’intera comunità internazionale metta come priorità l’attuazione di azioni collegiali, solidali e lungimiranti”. Secondo il pontefice “non c’è più tempo per aspettare; sono troppi, ormai, i volti umani sofferenti di questa crisi climatica” e, dunque, “bisogna agire con urgenza, coraggio e responsabilità”.