Il piccolo borgo molisano di Civitacampomarano in provincia di Campobasso, attraverso l’arte cerca di resistere all’abbandono e attirare l’attenzione con i suoi Murales d’autore. L’idea nasce dall’artista di street art Alice Pasquini, per rilanciare il luogo, dopo essere stata contattata da alcuni giovani ad aiutare Civita a non scomparire, coinvolgendo altri artisti noti e dando vita dal 2016 al CVTà Street Fest. Per l’artista è anche un’occasione di ritornare al paese d’origine della famiglia materna a favore della comunità.
Il progetto favorisce lo slow tourism, con l’arrivo nel borgo (quasi quattrocento abitanti), di turisti e artisti affermati, che lasciano sui muri le loro opere, facendole diventare una galleria di esposizioni accessibili a tutti.
Colori, donne, scorci di vita e bambini che giocano ricordando un passato svanito, celebrato ad arte. I borghi diventano la nuova tela, dove fermare un’ispirazione da David de la Mano, Gola, Maria Pia Picozza, l’argentino Bosoletti e il polacco Nespoon.
Un modo per aiutare il paese a riemergere con la street art, fino all’ultima edizione del 2021, a cui hanno partecipato Cristian Blanxer e Victor Garcia Repo, raffigurando una bambina e ricreando da una vecchia foto un dipinto con donne alla finestra. Un vero dono per i paesani. Thiago Mazza invece, abbellisce il muro con un melograno sgargiante.
Il borgo storico, piccolo e arroccato, che ha dato i natali a Vincenzo Cuoco e Gabriele Pepe, risale al periodo dei Sanniti e ha attraversato la storia dal medioevo all’epoca angioina, fino ai giorni nostri. Al periodo angioino risale l’omonimo castello (13. sec.), che dal 1988 viene acquistato dallo Stato e restaurato diventando un Monumento Nazionale.
L’arte che ormai aleggia nel luogo, a quanto pare è anche nella capacità di trovare soluzioni alternative per rilanciare e recuperare un paese danneggiato, che riesce con inventiva a resistere come cita un murale di Biancoshock.
Iniziative per mantenere viva l’identità del luogo, i simboli e le tradizioni. Il borgo si rianima, qualche turista straniero mette radici e la vita tra inverni lunghi e silenziosi ed estati brevi e colorate continua.
I Murales sono anche un’occasione per avventurarsi alla riscoperta del Molise tra storia, arte, bellezza e visioni di un mondo antico e rurale. Paesaggi che meritano di essere attraversati per rallentare e riprendere fiato, perché come scrive Franco Arminio:
“Il Molise non è una regione, è una vitamina”.