
Governo. “Mettere in discussione Conte è fantascienza”. Così, in un’intervista al Fatto Quotidiano, il non troppo credibile, del non particolarmente politicamente coscienzioso partito, ministro della Giustizia Bonafede. “Martedì – prosegue il guardasigilli – dobbiamo approvare in Consiglio dei ministri il Recovery plan e poi lavorare per un patto di legislatura”.
Non si capisce se imbeccato da un ufficio stampa, che, per dirette conoscenze, fa acqua da tutte le parti, o illuminato improvvisamente, fatto sta che Bonafede dice cose buone e giuste, anche, forse soprattutto, quando, alla domanda su Renzi, il ponte sullo Stretto, il tentativo di andare in crisi di governo, risponde che “il ponte sullo Stretto non è tra le priorità degli italiani”: sacrosanto.
E ancora “interpretare Iv per me è arduo. Perso che continuare a ostentare tensione sia profondamente sbagliato. La gente ci chiede soluzioni, non certo una crisi che oltretutto non verrebbe compresa a livello internazionale”. Sembra un politico vero, colui che fino a pochi anni fa era un semplice avvocato. Lo sembra anche alla domanda: Renzi romperà? A parte il fatto che il piccolo fiorentino non ha la forza politica per creare cambiamenti così strutturali, Bonafede risponde: “In tempi di emergenza, come si fa a parlare di crisi?”.
E niente è più vero di questa effettiva realtà, nella quale il nuovamente indagato Renzi tenta e riesce a tenere banco nella cronaca politica di una pandemia senza eguali degli ultimi cento anni. E addirittura, una persona di grande spessore e cultura ieri mi ha fatto porre la questione: “Tutta questa importanza che gli si dà a livello mediatico (al piccolo fiorentino, ndr), non rischia di farlo crescere di nuovo politicamente?”. Noi, che l’informazione dobbiamo darla per dovere deontologico, speriamo proprio non sia così. Sarebbe una follia!