
La trattativa a oltranza del vertice Ue sul Recovery fund prosegue. I leader europei si sono riuniti ieri 20 luglio, nel tardo pomeriggio, per la quarta giornata di lavori e all’orizzonte si intravede una nuova proposta del presidente del Consiglio europeo Charles Michel per trovare un accordo.
Il primo ministro portoghese Antonio Costa, prima della ripresa del vertice ha detto che c’è un accordo sul tavolo per un Recovery fund di 700 miliardi di euro, con 390 miliardi di euro in sovvenzioni e 310 miliardi di euro in prestiti.
All’Italia, si apprende, potrebbero andare 209 miliardi, di cui 82 di sussidi e 127 di prestiti. Le ultime indiscrezioni arrivate da fonti diplomatiche parlano di un’apertura dei Paesi frugali alla possibilità di dare il loro ok ai 390 miliardi di sussidi per il Recovery Fund, ma molto dipenderà anche dagli altri elementi che compongono il nuovo negobox.
La nuova proposta, ha detto Michel “è frutto di un lavoro qualitativo estremamente intenso. I negoziati sono stati molto difficili. So che gli ultimi passi sono molto difficili ma sono fiducioso, e anche se ci sono delle difficoltà, e anche se è importante continuare a lavorare, penso e sono convinto che un accordo sia possibile”. “Questa proposta – ha aggiunto – è il frutto di molto lavoro collettivo con tutti i leader e con i loro team”.
Secondo quanto si apprende, la Resilience and Recovery Facility, ovvero il cuore del Recovery Fund, assegnata ai Paesi secondo una chiave di allocazione diretta, nella nuova proposta messa sul tavolo da Michel è di 672,5 miliardi: di questi 312,5 miliardi sono sovvenzioni (aumenta rispetto alla prima proposta da 310 miliardi, ma scende rispetto a quella di sabato a 325).
I trasferimenti a fondo perduto spacchettati tra i programmi sono invece 77,5 miliardi (rispetto ai 190 mld della prima proposta). Inoltre, il bilancio europeo 2021-2027 resta a 1.074 miliardi di impegni. Aumentano i rebate per Danimarca, Germania, Olanda, Austria e Svezia. Alla Danimarca andranno 322 milioni annui di rimborsi, alla Germania 3,671 miliardi, all’Olanda 1,921 miliardi, all’Austria 565 e alla Svezia 1,069 miliardi.
Secondo quanto si apprende, la nuova composizione del Recovery Fund porterebbe all’Italia 209 miliardi, di cui 82 di sussidi e 127 di prestiti. La cifra, viene spiegato, potrebbe però ancora variare, perché si stanno facendo i calcoli sulla base della nuova proposta di Michel. Se venissero confermati i 209 miliardi, sarebbe una cifra superiore a quella della proposta iniziale della Commissione, che si fermava a 173.
Il premier Conte ieri è sembrato più possibilista sulla trattativa: “Stanotte c’è stata una svolta: dobbiamo essere ancora cauti ma direi che sono cautamente ottimista. Mi batto fino alla fine perché le risorse siano cospicue e favoriscano la ripresa”.
Il presidente del Consiglio ha aggiunto: “Non stiamo scherzando. Stiamo offrendo una risposta europea e non possiamo scherzare più. Lo dobbiamo ai nostri cittadini colpiti dalla gravità delle conseguenze della crisi: non è tempo di tergiversare”. Il premier ha infine spiegato che l’Italia è “favorevole alla condizionalità climatica perché i sussidi sono orientati alla svolta energetica e digitale”.
Intanto però, il presidente del Parlamento Ue David Sassoli, ha detto che “dopo giorni di discussioni, gli europei si aspettano una conclusione all’altezza di questa fase storica. Siamo preoccupati per un futuro che mortifichi la solidarietà europea e il metodo comunitario”.
Sassoli ha spiegato che “il Parlamento Ue ha indicato le proprie priorità e si aspetta che vengano rispettate. Occorrono subito nuove risorse proprie e una efficace difesa dei principi dello stato di diritto. Inoltre, il Parlamento ha più volte chiesto la soppressione dei rebates. Senza queste condizioni il Pe non darà il proprio consenso”.
Il presidente del Pe ha concluso dicendo che “il Covid-19 non si è esaurito e ci sono nuovi focolai in Europa. È più che mai necessario agire presto e con coraggio”.
A Bruxelles, nel vertice dedicato anche al Quadro finanziario pluriennale oltre che al Recovery fund, non si arresta dunque il braccio di ferro sugli aiuti che l’Ue metterà in campo per provare a superare la crisi economica provocata dall’emergenza coronavirus.
Secondo le ultime indiscrezioni, le posizioni si stanno avvicinando, con i Paesi che chiedono un ridimensionamento degli aiuti come Danimarca, Svezia e Finlandia, che starebbero rivedendo le loro posizioni. I leader dell’Unione europea, però, non riescono a convincere il premier olandese Mark Rutte.
E ieri il presidente francese Emanuel Macron avrebbe perso le staffe, battendo i pugni sul tavolo e urlando contro il cancelliere austriaco Sebastian Kurz, reo di essersi allontanato per rispondere al telefono.