L’informativa del premier al tavolo dei ministri. A quanto si apprende, il premier Conte è per la linea dura: o Aspi accetta le condizioni che il governo le ha già sottoposto oppure ci sarà la revoca. “Non si può più tergiversare”, è il suo ragionamento.
Il dossier Autostrade arriva in Cdm. Il premier Giuseppe Conte porta la sua informativa al tavolo del Consiglio dei ministri e, a quanto si apprende, è per la linea dura: o Aspi accetta le condizioni che il governo le ha già sottoposto oppure ci sarà la revoca.
“Non si può più tergiversare”, è il suo ragionamento. Dunque, l’ipotesi su cui sembra orientarsi è quello di estromettere i Benetton dalla gestione. Un obiettivo sul quale si innesca uno scontro tra il capo del governo e Atlantia, la holding che gestisce la maggioranza delle quote di Autostrade.
La possibilità della revoca è una strada che accontenterebbe il M5S ma aprirebbe una falla con Iv. Il Consiglio dei ministri serale, nel quale sarebbe attesa una nuova proposta di Aspi, è il teatro di questo confronto. Sul tavolo ci dovrebbe anche essere il Dpcm per le nuove misure di contenimento anti-Covid.
“No a slogan populisti, la revoca è facile da dire, difficile da fare”, sottolinea Matteo Renzi. Sulla linea dura, invece, oltre a LeU si allinea anche il Pd, con il segretario Nicola Zingaretti che dice: “La lettera di Aspi è deludente, i rilievi del premier sono giusti”.
Il leader dem chiede un assetto societario che veda lo Stato al centro di una nuova compagine azionaria. Conte, in una doppia intervista ribadisce: “I Benetton ci prendono in giro, questo governo non accetterà di sacrificare il bene pubblico sull’altare dei loro interessi privati”.
La replica dei Benetton non si fa attendere. “Abbiamo sempre rispettato le istituzioni: quando in passato è stata sollecitata ad entrare in diverse società così come oggi”, è il messaggio che filtra da ambienti vicini agli imprenditori veneti. Il blitz di Conte ha messo in allarme anche l’altro socio di minoranza, il fondo cinese Road Silk, che, chiede “notizie” all’ambasciatore italiano a Pechino.
“Tutti i ministri saranno nelle condizioni di conoscere i dettagli” della vicenda, “ora è necessaria una decisione”, ha detto il premier italiano. “Non arretreremo”, avverte il capo politico del M5S Vito Crimi.
“Abbiamo massima fiducia nelle parole di Conte”, sottolinea Luigi Di Maio attaccando, allo stesso tempo, Matteo Salvini: “Falso e ipocrita, al governo era alleato dei Benetton”.
Affermazioni a cui replica subito il leader leghista: “A differenza di altri non ho mai incontrato un Benetton nella vita. Di Maio e Toninelli non scarichino la propria incompetenza su altri, su Autostrade hanno perso solo tempo e fatto perdere soldi agli italiani.
Mai visto un parere legale né un atto su revoca o proroga: il governo si svegli e decida qualcosa, dall’anno scorso non hanno più l’alibi ‘è colpa di Salvini'”.
“Se sei un uomo delle istituzioni, non fai come al bar, aspetti la magistratura”, è l’attacco che Renzi recapita a Palazzo Chigi.
La linea di Conte ha tuttavia delle affinità sia con quella del Pd e anche con quella di Iv: la centralità dello Stato, magari attraverso Cdp (citata da Renzi), nella futura società di gestione di Autostrade.
Il nodo sta nella quota che, nelle strategie dei partiti, deve restare nelle mani dei Benetton: Pd – e soprattutto Iv – sono più possibilisti laddove il M5S li vuole fuori dal Cda di Aspi. La vicenda viene seguita con attenzione anche dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che auspica che la questione si risolva nel migliore dei modi e senza contraccolpi nel governo.
Resta da vedere se davvero il governo arriverà ad imporre una revoca (o una decadenza del contratto, che potrebbe avere ripercussioni finanziarie minori). Il dl milleproroghe dà a Conte la possibilità di farlo. Le conseguenze economiche e politiche sono tutte da decifrare. “In caso di revoca abbiamo delle soluzioni”, assicura il premier.