Sul Dl Rilancio la maggioranza ha sciolto tutti i nodi politici e il provvedimento è ora pronto per essere discusso al pre-cdm. Lo ha detto il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri al Tg5. “Abbiamo sciolto tutti i nodi politici e di assetto di questo decreto così imponente e fra poco ci sarà il preconsiglio” per esaminare il testo che “è molto consistente e bisogna evitare errori nelle norme, Poi potremo procedere ad approvare questo decreto molto atteso”. Il governo intende stabilizzare 16.000 insegnanti alla ripresa della scuola a settembre, ha aggiunto Gualtieri.
Governo al lavoro sulla scadenza Irap di giugno
Tax credit per le vacanze in Italia per le famiglie con Isee fino a 50mila euro anziché 35mila. E’ una delle novità contenute in una nuova bozza del decreto Rilancio, ancora in fase di lavorazione. Il bonus resta di 500 euro a famiglia (300 se i componenti sono 2, 150 per una persona sola), da spendere in imprese turistico-ricettive o b&b. Sarà fruibile all’80% come sconto sul prezzo (a fronte di fattura elettronica o documento in cui compaia il codice fiscale del destinatario) e per il 20% come detrazione in sede di dichiarazione dei redditi
Lo smart working nella P.a resta la modalità di lavoro ordinaria ma per far fronte alla ripartenza del settore privato, legata alla Fase 2, le amministrazioni possono spingere anche sulla leva della flessibilità dell’orario di lavoro, rivedendone l’articolazione giornaliera e settimanale. E’ quanto si ipotizza in una norma da far rientrare nel dl Rilancio, posto che la ministra della P.a, Fabiana Dadone, è già intervenuta in materia con una direttiva ad hoc.
Stop alla prima rata dell’Imu su alberghi e pensioni, a condizione che i proprietari siano anche i gestori delle attività. Lo prevede una bozza aggiornata del decreto Rilancio, ancora in fase di lavorazione. La norma prevede l’abolizione della prima rata dell’imposta anche per gli stabilimenti balneari, marittimi, lacuali e fluviali.
Altri 180 milioni per aiutare chi vive in affitto. Lo prevede una nuova bozza del decreto Rilancio, ancora in fase di lavorazione, che aumenta le risorse a disposizione del Fondo nazionale per il sostegno all’accesso alle abitazioni in locazione “per ridurre l’impatto economico legato all’epidemia da Coronavirus.
Slitta al tardo pomeriggio, a quanto si apprende, la riunione del preconsiglio, preparatoria del Consiglio dei ministri sul decreto rilancio. Dai tempi del pre-Cdm dipende anche la convocazione del Consiglio dei ministri: l’obiettivo, dopo il vertice della scorsa notte, era convocare la riunione per questa sera ma a questo punto la convocazione potrebbe slittare.
Lo stop al 2 per mille in anticipo ai partiti “è un passo indietro che ci soddisfa”. Sarebbe stato “veramente irrispettoso cercare di approfittare di questa fase così difficile per gli italiani per chiedere una anticipazione di liquidità oggettivamente immotivata”. E’ quanto sottolineano fonti di governo M5S.
Il governo starebbe lavorando all’ipotesi di semplificare la normativa sulle mascherine e non è escluso che alcuni interventi possano essere inseriti nel Dl rilancio. Le modifiche, secondo quanto si apprende, avrebbero l’obiettivo di semplificare e velocizzare l’iter per la certificazione dei prodotti e consentire che alcuni di questi, che rispondano a specifici requisiti tecnici, possano essere utilizzati da determinate categorie come dispositivi di protezione anche in ambito lavorativo.
Se “non saranno accolte le nostre richieste ponderate e motivate, le nostre città rischieranno seriamente il default e l’impossibilità oggettiva di spingere il sistema paese nella ripresa economica e turistica”.
E’ il grido di allarme dei sindaci Gnassi, Brugnaro, De Magistris, Nardella, Orlando, Raggi, Sala, primi cittadini di città a forte vocazione turistica, che scrivono a Conte, dopo aver letto la bozza del Dl Rilancio, per chiedere di rivalutare le norme relative ai Comuni nel provvedimento.
In particolare, i sette sindaci di Rimini (anche rappresentante Anci turismo), Venezia, Napoli, Firenze, Palermo, Roma e Milano, protestano per il mancato riferimento al ristoro dell’imposta di soggiorno, “in un fondo aggiuntivo rispetto a quello dei 3 miliardi concordato con Anci. Il mancato incasso di queste imposte avrà come conseguenza il blocco di molti servizi essenziali, e l’impossibilità di andare incontro alle richieste delle imprese che chiedono una sospensione dei tributi locali quantomeno per il periodo di chiusura delle attività”.
Una presa di posizione che fa eco alle preoccupazioni degli operatori del turismo, che si definiscono “ignorati speciali”, “presi in giro”, “sconcertati”, “atterrati”, “a rischio implosione”, con imprese “sempre meno di sicure di avere le forze per riaprire” a fine crisi e milioni di posti lavoro a rischio.
“Per il settore c’è poco e niente: il credito di imposta servirà a poco, viste le prospettive praticamente nulle di ripresa. E anche il Fondo ha una dotazione irrisoria. Sembra quasi che il turismo, da teoricamente ‘sorvegliato speciale’ visto che è il più colpito dall’emergenza, sia diventato l’ignorato speciale” dice Vittorio Messina, presidente di Assoturismo Confesercenti. “Serve un piano straordinario di sostegno, non provvedimenti a macchia di leopardo. Grande delusione anche per il bonus vacanze, sia per l’attuazione che per l’importo. Così è inutile, era meglio mettere le risorse sugli indennizzi, che devono essere più sostanziosi. Adesso basta, non c’è più tempo”.