Tacciono le armi e inizia una tregua in Libia(seppur interrotta ma subito si è tornati alla calma)finalmente ottenuta grazie alle pressioni dei governi turco e russo. A Berlino iniziano a delinearsi i lavori sotto l’egida dell’ONU e con un doppio lavoro diplomatico portato avanti dal premier italiano Giuseppe Conte che ha avviato i colloqui a Roma con il Generale Haftar e con il premier libico riconosciuto dall’ONU Al Serraj.
L’obbiettivo è quello di raggiungere la pace e trattare al tavolo diplomatico una soluzione che garantisca il pieno svolgimento, negli anni delle attività economiche, politiche e sociali. Le pressioni di Erdogan e Putin sono la chiave del cessate il fuoco tra le truppe di Haftar e il fragile governo libico presieduto da Al Serraj. Ma quali sono i possibili scenari futuri in Libia?
Il Ministro degli Esteri Di Maio non esclude una missione UNIFIL, molto simile a quella che è stata fatta in Libano anni addietro quando i caschi blue dell’ONU dovevano garantire il cessate il fuoco tra Israele ed Hezbollah, per il Ministro della Difesa Guerini tutto appare possibile e di conseguenza bisogna ridisegnare il dispiegamento di una Forza Militare di Pace da impiegare in Libia, dove allo stato attuale esiste già un contingente che fa riferimento all’operazione “Ippocrate” che prevede lo schieramento di una Task Force di circa 300 militari così articolata: una componente sanitaria (ospedale da campo) una componente di comando/ controllo e funzionamento logistica ed una unità per la protezione di tutte le componenti della struttura ospedaliera. Inoltre i nostri militari appoggiano con unità aeronavali la Guardia Costiera libica per fronteggiare la triste piaga della tratta degli esseri umani e il traffico d’armi.
La nostra Italia oltre a garantire i colloqui politici e diplomatici con Tripoli,pare sia intenzionata ad aumentare il numero di soldati da destinare in Libia, dovrà sicuramente ridurre gli impegni internazionali in Kosovo, Afghanistan, Libano e Iraq? Chiaro che Roma si trova ad affrontare una spesa di due miliardi di euro per mantenere la forza internazionale di pace all’estero.
L’ONU in futuro prevede l’invio di truppe, con un intenso lavoro diplomatico voluto da Erdogan, Putin e la stessa Angela Merkel che vuole arrivare alla Conferenza di Berlino confrontandosi con Mosca e Ankara a cui si è aggiunta ora anche l’Italia e il Premier Conte che ha già avviato contatti con i paesi dell’area mediterranea che sostengono il Generale Haftar. L’Egitto il primo della lista che mal sopporta l’ingerenza turca a sostegno di Al Serraj.
Le mosse di Erdogan disturbano il governo egiziano per un semplice motivo: La presenza della flotta militare turca nel Mediterraneo e l’allungamento dei confini turchi che arrivano proprio in Libia sotto gli occhi del Governo Egiziano, dove avrebbero da ridire la Grecia e Cipro. Un nodo geopolitico difficile da districare per il Premier Conte, consapevole dei colloqui avviati da Vladimir Putin con il Premier libico Al Serraj. Tutto per trovare una soluzione che ha la sua centralità nella spartizione del territorio libico, indebolito dai conflitti interni.
Se la Turchia ha dichiarato apertamente il sostengo militare al governo di AL Serraj, la Russia già da tempo a sostengo del Generale Haftar vuole ripetere lo schema già perfettamente attuato in Siria, mentre l’Italia avvia colloqui con tutti i principali attori antagonisti.
Angela Merkel trova l’intesa sia con Valdimir Putin- assicurandosi la costruzione in avanzamento del gasdotto Nordstream che dalla Russia porterà il gas in Germania(il gigante energetico russo Gazprom ben presto potrà attingere dalle riserve libiche) e sia con Recep Erdogan per rivedere sotto la supervisione dell’ONU la delicata questione libica lontano dalle deleterie risoluzioni che potrebbero minare gli interessi di ogni singolo attore.
La Francia di Macron mantiene l’eredità di Sarkozy, la Libia per gli affaristi francesi è un ottima fonte di risorse energetiche che potrebbero far comodo all’Eliseo, ma l’incognita è rappresentata dai disguidi in sede NATO tra lo stesso Macron e il Presidente Erdogan in merito alla questione curda.
Di conseguenza i francesi vedono di buon occhio il Generale Haftar e si muovono defilati per quanto riguarda la futura Conferenza Di Berlino. Forse la tedesca Merkel dovrebbe strizzare l’occhio a Macron? Allo stato attuale sull’asse Ankara Mosca si sta arrivando alla Conferenza di Berlino,in aggiunta la Cancelliera tedesca Merkel e il Premier Conte formano quel “Quadrilatero” dove dovrebbero essere decise le sorti della Libia?
La nostra Italia che ha assunto il ruolo di moderatore dovrebbe avere un interesse sulla Tripolitania, per carità si tratta solo di un ipotesi che dovrebbe avere fondamento una volta terminati i lavori di Domenica a Berlino. Per il momento il destino della nazione libica appare controverso vista la debolezza del Governo di Al Serraj che rifiuta di incontrare lo stesso Haftar e che quest’ultimo tende sempre e comunque a rimarcare la sovranità del popolo libico lontano da una soluzione militare internazionale.
Momentaneamente la presenza di Putin a Berlino è garantita, così come il Sultano Erdogan non glisserà l’impegno di incontrare lo Zar Putin sicuro di aver accontentato la Merkel. Rimane la nostra Italia, sempre aperta al dialogo e servizievole nelle delicate questioni diplomatiche. Quale sarà quindi il ruolo di Roma nella questione libica?