
Con un doppio ed agevole 6-2 ai danni del Next Gen Alex De Minaur, lo svizzero Roger Federer trionfa per la decima volta nell’ATP 500 di casa, a Basilea. I titoli in carriera diventano quindi 103 (Roger, in questa classifica, è secondo soltanto a Jimmy Connors, a quota 109) e due i tornei vinti per dieci volte (oltre a Basilea, l’Open di Halle).
La finale è stata assolutamente senza storia. Dopo aver tenuto a fatica il sevizio nel primo game del match, Federer dà inizio ad una partita a dir poco impeccabile, fatta di continui attacchi e colpi vincenti. Ottiene tre palle break nel quarto gioco dell’incontro e, sul 30-40, grazie ad uno smash incrociato, si porta sul 3 a 1. Altre due palle break sul 5 a 2 che valgono come set point sono per Roger un’occasione da non perdere. Al secondo tentativo il primo parziale è chiuso con il punteggio di 6 a 2.
Anche nel secondo set la superiorità dell’elvetico continua a farsi sentire. In una manciata di minuti, De Minaur perde nuovamente il turno del servizio e Federer si ritrova a condurre per 3 giochi a zero. Un leggero calo di concentrazione del 20 volte campione slam alla battuta non basta all’australiano per recuperare il break di svantaggio. Il distacco si perpetua nel 5 a 2. Ora De Minaur serve per rimanere nell’incontro, ma l’aggressività dell’avversario alla riposta lo porta a concedere due match point. Il primo è sufficiente allo svizzero per vincere la partita e creare un nuovo ed ennesimo record.
Sono infatti 10 le vittorie a Basilea (2006, 2007, 2008, 2010, 2011, 2014, 2015, 2017, 2018, 2019) e 5 le finali perse (2000, 2001, 2009, 2012, 2013), ma ciò che più colpisce, al di là di questi numeri certamente impressionanti, è il legame dello svizzero con il torneo della città natale. Nonostante una carriera piena di successi, Roger Federer riesce ancora a commuoversi davanti alla sua gente e a dimostrare affetto ad un pubblico che lo ha visto crescere e da sempre sostenuto.
Buona anche la prestazione del giovanissimo Alex De Minaur, vent’anni compiuti ad febbraio. Anche se ben poco ha potuto di fronte ad un avversario in piena condizione fisica e mentale, ha dato comunque prova di saper esprimere un tennis di alto livello, sia a fondo campo sia a rete, sia in fase di costruzione del punto che di difesa. Ancora una volta, però, è la vecchia generazione che si impone sulla nuova. E la questione rimane sempre la stessa: dimostreranno i giovani una maggior costanza contro i Big Three (Federer, Djokovic e Nadal)?
Il Master 1000 di Parigi è alle porte. Aspettiamo di vedere se ci saranno sorprese.