
Grande gioia in terra svedese per Denis Shapovalov. Il canadese, all’Open di Stoccolma, domenica 20 ottobre 2019 porta a casa il suo primo titolo ATP della carriera, sconfiggendo all’ultimo atto del torneo il serbo Filip Krajinovic. Il punteggio finale è di 64 64.
In tutta la settimana, Shapovalov non ha perso nemmeno un set e, dopo un bye al primo turno, riesce ad imporsi su ogni avversario che incontra esprimendo al meglio il proprio tennis, fatto di continui cambi, pesanti traiettorie ed improvvise accelerazioni, in particolare di rovescio.
Nella finale con Krajinovic, dopo un primo set gestito con la massima scioltezza grazie ad una palla break convertita nel terzo game, ha dimostrato anche di saper affrontare momenti di tensione non indifferenti, come, durante il secondo set, quando il livello espresso dai due tennisti si è fatto esplicitamente più stabile ed equilibrato.
La costanza nelle risposte al servizio lo ha poi portato ad ottenere un altro break nel nono gioco del parziale e a chiudere l’incontro nel migliore dei modi. 16 gli ace a suo favore e 28 su 30 i punti vinti con la prima. È ormai dal 2017, da quegli incredibili ottavi di finale vinti a Montreal contro Rafael Nadal, che il mondo si è accorto delle potenzialità del giovanissimo canadese, da aprile di quest’anno appena ventenne.
Il suo gioco, certamente uno dei più interessanti e spettacolari del circuito, unito al suo indiscutibile talento, rende Shapovalov uno dei pupilli della Next Generation. Quello che fino ad oggi mancava era un titolo che confermasse le sue doti. E finalmente questo titolo è arrivato.
In parallelo alla vittoria di Shapovalov a Stoccolma, il russo Andrej Rublev, classe 1997, conquista la finale della Kremlin Cup di Mosca e si guadagna il suo secondo torneo ATP in carriera. Piegato per 64 60 il francese Adrian Mannarino, che nella capitale russa aveva raggiunto la finale anche lo scorso anno ed aveva perso, ironia della sorte, ancora una volta per mano di un beniamino di casa, in quel caso di Karen Khachanov.
Il resoconto di fine settimana per la Next Generation appare dunque, per ragioni ovvie, più che positivo. Rublev, in una partita a senso unico, risulta capace di convertire praticamente ogni palla break che gli si presenta davanti (4 su 5) e di concludere senza difficoltà i propri turni di servizio. Al termine dell’incontro i punti vinti con la prima di servizio saranno infatti 27 su 32, ben l’84% del totale.
Un tennis sicuro ed efficace quello del moscovita, impostato su velocità e fluidità di colpi e movimenti, privi di qualsiasi eccesso od esagerazione ma estremamente precisi.
Durante le semifinali qui a Mosca, con il suo gioco è riuscito ad avere la meglio anche su Marin Cilic, testa di serie numero 3 ed avversario sempre difficile da affrontare, non solo tecnicamente ma anche dal punto di vista psicologico e mentale, se non altro per la disparità di età e di esperienza che scorre tra i due. Buone notizie per la Next Generation, dunque, ma anche per il tennis russo, che tra Rublev, Khachanov ed il temibile Medvedev lascia decisamente ben sperare.