
L’accordo dentro il Partito Democratico sulle missioni in Libia sembra ormai a un passo, stando almeno a chi sta seguendo da vicino la vicenda. Il gruppo democratico alla Camera si e’ riunito questa mattina per un confronto molto più che franco. I nervi tesi, le posizioni in campo quelle note: Matteo Orfini non vuole saperne di votare la risoluzione approvata dal suo gruppo in diversi passaggi in Commissione.
L’ex presidente dell’assemblea democratico ha firmato la risoluzione trasversale che chiede di sospendere tout court gli accordi con il governo di Al Sarraj. Dall’altra parte, la risoluzione ufficiale del PD – firmata dai quattro capigruppo delle commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato – prevede un rafforzamento delle missioni in Libia.
C’è poi una terza posizione, quella di chi pur d’accordo con l’idea iniziale di collaborare con la Guardia Costiera Libica, trova che la gestione delle motovedette da parte della controparte non sia stata all’altezza delle aspettative. Questo, assieme a un quadro politico fortemente mutato, consiglierebbe di non rinnovare gli accordi. Infine, c’è chi contesta tempi e metodi della risoluzione, lamentando scarsa chiarezza sulla linea del partito e l’assenza di un confronto.
Posizioni che potrebbero essere contemperate domani, nel corso di una nuova riunione che si terrà alle 10, dalla soluzione prospettata da Dario Franceschini al Gruppo ieri mattina: dare un mandato al capogruppo Graziano Delrio per evitare che ci siano voti in dissenso dalla maggioranza. Per farlo, spiegano fonti parlamentari, il PD potrebbe lasciare l’Aula o astenersi al momento del voto, comunque non partecipare.
Questo, naturalmente, dopo avere manifestato aperta contrarietà alle politiche del governo e, segnatamente, del ministro dell’Interno Matteo Salvini, sui migranti. La maggioranza, spiegano fonti del PD, sarebbe determinata a procedere con la richiesta di voto per parti separate sulla mozione, un modo per stanare il PD e sorprenderlo diviso.
Uscendo dall’Aula o astenendosi, i democratici eviterebbero di lasciarsi stanare. Fonti parlamentari democratici spiegano che un compromesso è possibile, anche perché l’unico punto critico della risoluzione sarebbe quello che riguarda il rifinanziamento delle motovedette della Guardia Costiera Libica.
Eliminando questo punto, i deputati del PD potrebbero ricompattarsi. “Siamo d’accordo sul 99,9 per cento di tutto: sulla politica estera e l’approccio alla Libia. Adesso dobbiamo capire con il segretario se sull’ultimo punto che ha segnato la differenziazione e’ possibile trovare un comportamento in Aula unitario, come io spero si possa fare”, spiega il capogruppo Graziano Delrio.
I pontieri delle varie correnti del PD, nel frattempo sono al lavoro. Il leader di Base Riformista, Lorenzo Guerini, si dice certo che “possiamo e dobbiamo lavorare con impegno per trovare una soluzione comune di tutto il partito, senza impuntature da parte di nessuno”.