La notizia palesava sui social da alcune settimane, e sebbene tutto quello che si legge sui social il più delle volte viene considerato come uno sfogo da “leone da tastiera”, nel caso di Fabio Fazio, invece, è avvenuto per davvero.
Infatti è proprio lo storico conduttore della talk ‘Che fuori tempo che fa’, Fabio Fazio, che annuncia al suo pubblico che l’appuntamento del lunedì sera chiuderà con tre settimane di anticipo. Lo ha annunciato in apertura della puntata di ‘Che tempo che fa’: “Un avviso al nostro pubblico: domani – (oggi) – sarà l’ultima puntata del lunedì sera, ci è stato comunicato che le ultime tre non andranno in onda”. Poi Fazio ha ringraziato il pubblico e rimarcato i risultati di ascolto di ‘Che fuori tempo che fa’che equivale al 13% di share e un milione e mezzo di spettatori di media.
Dunque la chiusura del programma ha tutto il sapore di una “forzatura”, non propriamente degna di un paese libero, democratico e repubblicano il quale, per costituzione, si professa. Che questa “forzatura” sia dettata dal consiglio di amministrazione della tv di Stato? Spinta, di conseguenza da organi politici che dovrebbero garantire la libertà di comunicazione?
Beh questo resta un mistero, la certezza e che lunedì 20 maggio in seconda serata è prevista una puntata di ‘Porta a Porta’ e probabilmente lunedì 27 maggio lo spazio sarà dedicato all’analisi del voto delle Europee del 26 maggio. Resta il fatto che da tempo Fazio è nel mirino della Lega.
E’ pur vero che il vicepremier, Matteo Salvini, ha espresso più volte la sua volontà di non accettare l’invito del conduttore al programma ‘Che tempo che fa’ dichiarando che ci sarebbe andato solo quando il conduttore si sarebbe tagliato lo stipendio. Una dichiarazione che lascia libera considerazione ma che ci consente di aprire una seria riflessione.
E’ vero anche che Fabio Fazio non si sia mai precluso dissentire il pensiero del vicepremier leghista, ma resta il fatto che sarebbe stato importante, anche per il pubblico di ‘Che tempo che fa’, di poter ascoltare le opinioni del vicepremier circa i temi della politica e l’andamento del Paese. La speranza e che questo invito si rinnovi con l’avvento della nuova stagione del programma ‘Che tempo che fa’, perché ogni organo di informazione che viene spento non diventi una limitazione alla libertà.