fbpx
adv-144
<< IL FORMAT

Un medico su due subisce aggressioni

| 28 Novembre 2018 | IL FORMAT

Alla fine ci rimette sempre il più debole. Spesso senza un contratto regolare e sottopagati, costretti anche loro a lavorare in condizioni difficili, vengono anche aggrediti. Solo nell’ultimo anno il 50% tra medici e operatori sanitari hanno subito aggressioni, il 4% è stato vittima di violenza fisica. Stando a un’indagine della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (Fnomceo), più del 56% di chi ha subito violenza ritiene che l’aggressione poteva essere prevista. Tuttavia il 78% degli intervistati non sa se esistano procedure aziendali per prevenire o gestire gli atti di violenza. E’ la rabbia di tanta gente, che pagando tasse su tasse si trova davanti una situazione sanitaria, che calpesta ogni diritto. Basta farsi una passeggiata in qualche pronto soccorso per rendersi conto della cruda realtà. Per non parlare delle inteminabili liste di attesa. Medici e infermieri costretti anche loro a vivere ed a lavorare in una situazione esplosiva. Ma c’è chi resta incurante di tutto. Perchè tutto sommato è meglio che le cose rimangano così.

La Salute e la Malattia sono un business come tutti gli altri. Ecco cosa è diventata, progressivamente ma inesorabilmente, la sanità.La salute delle persone, la sanità, è un business esattamente come il mercato automobilistico. Aziende che hanno l’obiettivo di generare profitto, rispettare vari parametri, tempi, costi, ecc. E la salute delle persone è passata in secondo piano. La ricerca è praticamente in mano ai privati. Gli enti controllati dai governi occidentali che si dedicano alla ricerca, sono pochi e mal finanziati, laboratori dove “si fanno le ossa” i giovani ricercatori, i migliori dei quali vengono ingaggiati poi dalle multinazionali private. Ma questo è un altro discorso…

Consulcesi & Partners, il network legale che tutela i diritti degli operatori sanitari, interviene per rendere nota una sentenza della Cassazione, la 14556/17, sul caso di un infermiere aggredito mentre prestava servizio al Pronto soccorso. Il lavoratore aveva chiesto la condanna del datore di lavoro al risarcimento del danno biologico, morale e professionale e i supremi giudici hanno sancito che proprio al datore di lavoro spetta “l’onere di provare di aver fatto tutto il possibile per evitare il danno, ovvero di aver adottato tutte le cautele necessarie per impedire il verificarsi dell’evento medesimo”. “Al fianco delle iniziative penali e civili, che di regola vedono imputato solo l’aggressore – spiega Consulcesi & Partners – la giurisprudenza ha delineato quindi la possibilità di individuare una responsabilità concreta proprio a carico del datore di lavoro pubblico o privato che, non garantendo l’incolumità del lavoratore, concorre a generare situazioni che agevolano fenomeni di aggressione da parte di pazienti o dei loro familiari”.

adv-12
Articoli Correlati
WP Twitter Auto Publish Powered By : XYZScripts.com