Pallavolista degna di lode, nel 2002 era riuscita a vincere, assieme alla nazionale italiana Volley, un bell’oro mondiale. Sara Anzanello si è spenta il 25 ottobre 2018.
Nel 2013, durante l’avventura sportiva in Azerbaijan, era stata costretta a ritirarsi dalle scene per sottoporsi ad un trapianto di fegato.
L’intervento chirurgico fece ben sperare, tanto che Sara tornò nel mondo della pallavolo, per poi ritirarsi durante la stagione successiva.
Il Presidente dei vertici federali, Pietro Bruno Cattaneo, ha voluto ricordare questa ragazza per quello che era: un’atleta degna di nota, nonché una persona eccezionale.
Un messaggio anche dalla Lega Volley, che ricorda Sara come un’atleta che ha ambito al massimo e lo ha sempre ottenuto, nello sport e nella vita privata. Una persona esemplare, dalla quale molti sportivi dovrebbero prendere esempio: basti pensare che la sua carriera da Serie A Volley cominciò nel Novara, all’età di 20 anni.
La Anzanello fece, oltretutto, parte dell’Italia quando, nel 2002, vinse i Mondiali; partecipò, inoltre, alla Coppa del Mondo nel 2007 e nel 2011.
Un giorno, infine, la brutta notizia: l’epatite fulminante l’aveva colpita, e la corsa per un trapianto di fegato era lì che la aspettava. Sara ha deciso di dedicare sé stessa, anima e corpo ad infinite battaglie nel sociale, dove si è impegnata a favore dei donatori di organi.
Ma il 25 ottobre 2018 è arrivato in anticipo sulla tabella di marcia, portandosi via Sara Anzanello, e con lei un esempio sportivo, i bagher e le schiacciate mistiche.