“Come per Frida, come per Frida…”.
La sincerità è sconveniente. Invece diciamola tutta: quando all’ultimo Sanremo i The Kolors hanno proposto questo ritornello (il titolo del brano è Frida -mai mai, mai-) ci siamo chiesti un po’ tutti chi mai fosse questa Frida. Dato il nome, personalmente ho pensato a un cane.
Sicuramente tanti o moltissimi si sono dati da fare a reperire una qualsiasi notizia che illuminasse il mistero di questa (da noi) sconosciuta Frida che molto probabilmente qualcosa di interessante lo doveva promettere per forza, se sopra di lei ci fanno ora pure una canzone. E se questo qualcosa di interessante alla fine non ce l’ha, alla fine per forza ce l’avrà.
Il cartaceo è servito a poco o a nulla, ma il web ha risolto le ricerche e ha svelato il mistero in maniera così facile quanto ritirare il caffè alle macchinette. Non stiamo a fare la biografia di Frida Kahlo, chiunque lo voglia se la può trovare su internet. Sappiamo che è stata una pittrice messicana; che si chiamava Magdalena Carmen; che era nata il 1907 ed è morta il 1954. Quei pochi nostrani “eletti” (si fa per dire) informati e versati molto più che noi ignoranti, sapevano (chissà realmente quanti!) di questo personaggio e poco in verità se ne curarono. Figura, quella di Frida, certamente provocatoria per la sua epoca, per i suoi tempi, ed evidentemente sotto certi aspetti anche nuova, per la sua epoca, per i suoi tempi.
In meno di un anno, noi che eravamo ignoranti abbiamo fatto breccia e siamo entrati nel regno degli eletti, che non sono più pochi, insomma ci siamo dati una mossa e ci siamo acculturati. Tanti poi, e non poteva non succedere, hanno creato il mito Frida Kahlo in una maniera così immediata e fors’anche più facile di quanto ritirare la bottiglietta d’acqua sempre alle solite macchinette, dato che la Kahlo ha tutte le carte per assurgere a dignità di eroina, possiede tutti i requisiti per farne una novella icona nonché stella primaria del mondo dell’arte. Frida la pittrice. La contestatrice. Frida la filantropa. Frida dalla vita travagliata.
Diciamola di nuovo tutta: molti dei dipinti di Frida Khalo fanno cagare. Chiediamo scusa, ma le infinite costruzioni linguistiche stavolta non ci hanno soccorso. E va bene: saranno dipinti che raccontano di una storia, senza dubbio, di un dolore, certamente, tanto Frida non fa che riprodurre se stessa per quello che evidentemente avrebbe voluto essere ma che le è stato negato da un destino niente affatto benevolo. La sofferenza, chiunque essa tocchi, è fastidiosa, ma mettiamo da parte le ragioni emotive e rimaniamo sul personaggio.
Il successo? Frida è stata una donna “libera”, tanto per usare il linguaggio politicamente corretto; chi invece non ama il politicamente corretto e ne è pure orgoglioso, dice molto semplicemente che Frida è stata una libertina, anzi, una viziosa (evitando altra terminologia) dato che ha trascorso la sua non lunga esistenza passando facilmente e frequentemente da un letto all’altro. Fatti suoi, alla fine.
In questo suo disinvolto movimento, che sono fatti suoi, ma che non è molto esemplare, si è rivelata pure un’ottima lesbica, dati i suoi frequenti rapporti sessuali con le donne. Ma ognuno fa ciò che vuole e siamo d’accordo.
E se invece, come sembra, il novello mito e la novella icona stanno tutte qui? Stiamo parlando di una messicana di un’epoca non lontana ma così diversa e distante dalla nostra, di una donna libera quanto ribelle che non faceva mistero delle sue libere concessioni e delle sue posizioni e ribellioni; perché Frida non è vissuta nel medioevo ma nel ventesimo secolo ed in un Paese latino che attraversa la prima parte del ventesimo secolo; una donna che dipinge, e che dalle sue parti si fa sicuramente un nome, amante aperta a tutto, attiva in politica. Siamo in un Messico che ricorda la nostra situazione meridionale, sotto tutti gli aspetti, dei primi del ‘900. Il che storicamente è tutto dire.
Paradossalmente ci troviamo di fronte all’atteggiamento tutto nuovo di una donna, personaggio o meno, collocata in un’epoca comunque finita e che viene riproposta sessant’anni dopo, pur non avendo nulla da insegnare alla cultura di massa che domina oggi. Anzi, francamente ci pare superata. Eppure queste cose tirano molto, signori, perché, e lo ripetiamo, i dipinti della Kahlo non se l’è mai filati nessuno, almeno non da noi, perché a nessuno hanno mai interessato. La Kahlo, che in realtà non è stata mai una nicchia nemmeno per quei pochi perduti amanti delle nicchie, viene rispolverata e proposta ad una cultura di massa che ne vuole fare una nicchia senza averne effettivo bisogno.
Ma tira il suo personaggio, eccome. Femminista. Comunista. Perché il femminismo e il comunismo sono duri a morire, anche quando la storia li respinge perché l’anacronismo per fortuna ce lo dice.
Signori, la si finisca una volta col femminismo, col comunismo e col fascismo. Li abbiamo superati. E non siamo nostalgici. Create cose nuove. Lasciate stare il vecchio, perché il vecchio ha fatto la sua storia, nel bene e nel male, ma l’ha fatta e l’ha conclusa. Create cose nuove. A cominciare dal pensiero. Rinnovino il pensiero, per cortesia. Ed anche i termini.
Osanna alla Kahlo, dunque, ed alla sua “arte” che non piace un gran che, statene sicuri, signori, ma guai a dire che l’arte di Frida è brutta. Perché se dici che l’arte di Frida Kahlo è brutta, vuol dire che non capisci niente. Asino sei e asino rimani. Ergo: se non vuoi passare per un asino, devi amare la messicana.
Sfortunata e travagliata, questa donna, dicono le fonti e le biografie del web. Malaticcia e infine mutilata. E’ il parossismo del dramma. La gente ne va matta. Il dramma corona tutto e imprime il suo sigillo. In queste circostanze il mito si produce come le galline in cova.
Allora, come la mettiamo? Frida artista? Se ci credete…. fatene pure la più grande artista del secolo scorso con tutta la poetica che vi viene in mente e su cui potete sbizzarrirvi come volete. Se invece non ci credete, e il diavolo sa quanto in realtà non ci credete punto, fatene tutto il mito che volete. Avete il materiale. Frida femminista. Comunista. Frida filantropa. Frida libertina sfrontata. Viziosa. Lesbica. Frida controcorrente. Oddio, finalmente ci siamo arrivati! Controcorrente. Ecco svelato il miestero. Ordunque, abbiamo finito. Il mito moderno è fatto. Il santo è sugli altari. Chiuso. ….come per Frida, come per Frida….