
“Una tragedia annunciata” così recita uno dei tanti titoloni che leggiamo ed ascoltiamo in questi giorni dopo i drammatici eventi accaduti alle Gole del Raganello il 20 agosto scorso.
Il sedicente ennesimo “esperto” che non menzioniamo perché non ci piace far pubblicità alle mezze calzette, scrive: “Nelle domeniche estive, e ad agosto, l’atmosfera nelle Gole è quella di un Aquapark. In un giorno di allerta meteo per possibili temporali sarebbe bastato un posto di blocco del Soccorso Alpino, dei vigili urbani di Civita o del Parco per impedire l’accesso al greto”, così scrive il sedicente ennesimo esperto dei miei stivali. A questo proclama di idiozie fanno eco le voci stonate di un altro coro ma questa volta a cantarle senza azzeccare una nota è una cosiddetta guida del Parco (proprio così!): “A ferragosto sul Raganello c’erano 650 persone, un’ondata in piena avrebbe causato un’ecatombe”. E continua la cosiddetta guida: “Sono scomparsi tantissimi uccelli e non ci sono più pesci” (sic!) “a causa dello schiamazzo della gente” ecc. ecc. Evitiamo di continuare, perché si tratta di dichiarazioni che da un lato rasentano l’idiozia, dall’altro fanno venire il voltastomaco.
La realtà tutta nuova che certi caproni non hanno considerato, è che l’istituzione del Parco del Pollino con la conseguente meritata pubblicità a favore di questi luoghi, ha fatto decollare il turismo incentivando l’economia in aree fino a qualche decennio fa praticamente mezzo morte e del tutto anonime, rivalutando e facendo scoprire la bellezza naturalistica e paesaggistica di questi posti, dei loro borghi e delle loro tradizioni, che in Calabria non pullulano di certo, diciamola tutta.
Dovrebbero anzi essere contenti questi sciocchi che lamentano gli affollamenti turistici di ferragosto e il via vai dei visitatori, dato che, passata la stagione estiva, non è che di queste processioni ve ne siano così tante, almeno in queste zone, non siamo certo agli Uffizi né alla Sistina né alle Dolomiti né a Courmayeur, signori. Ma gli esperti, gli addetti, gli operatori, questa manna non l’hanno considerata, figurarsi se sono in grado di apprezzarla.
E suonano davvero fuori luogo ovvero stupide le affermazioni (sempre degli esperti) secondo cui si dovrebbe regolamentare l’afflusso alle Gole allorquando viene diramata un’allerta meteo. Come a dire: siccome sono previste piogge, vento e mare mosso, è vietato recarsi in spiaggia; siccome sono previste piogge e maltempo vario, chiudiamo le strade ed il pic nic di ferragosto o di pasquetta o di Santo Stefano o di Sant’Antonio ve lo fate a casa vostra.
In data 23 agosto sono stati chiusi tutti gli accessi alle Gole per decisione del procuratore di Castrovillari di porre sotto sequestro l’area e aprire le indagini per omicidio colposo eccetera eccetera. Altrimenti detto: chiudiamo gli accessi al Cervino perché c’è stata una valanga, chiudiamo gli accessi alle spiagge della Costa Smeralda o della Costiera amalfitana perché il mare s’è agitato, chiudiamo gli accessi a Venezia perché c’è l’acqua alta e ci si bagna il ginocchio.
Le Gole del Raganello restano il fiore all’occhiello del Parco del Pollino, un posto affascinante, da visitare. Se poi il tempo rompe le scatole e minaccia di rovinarmi l’escursione e il pic nic, saranno fatti miei se fare l’escursione e il pic nic; se piove e si allagano le strade, saranno fatti miei se andare lo stesso a San Pietro o restare chiuso in albergo, paventando qualche albero che mi si schianti addosso; e se piove e tira vento, sono padrone di andare lo stesso in montagna, che sia il Pollino o le Dolomiti, o andarmene sul lago, che sia il lago Arvo o il lago di Garda.
Certo, siccome non sono un cretino, di sicuro non porto mio figlio a fare il bagno in mare se ci sono le mareggiate, e magari alla fine decido pure di non andare in montagna o a passeggiare sul lago se il tempo minaccia tempesta.
Quello che è accaduto alle Gole il 20 agosto è stata una pura fatalità, un fatto tristissimo, brutto, ma sempre un imprevisto rimane, e l’imprevisto accade punto e basta. Le Gole non sono le grotte, non sono il museo e non ci vuole il biglietto: sono un luogo libero e, se permettete, allerta o non allerta, nuvoloso o sereno, ho il diritto di andarci quando mi pare e piace.