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Industria 4.0: i lavoratori del futuro

| 22 Agosto 2018 | IL FORMAT

“Fatta l’industria bisogna fare i lavoratori”. Oggi stiamo vivendo la quarta Rivoluzione Industriale, che non coincide solo in un cambiamento strettamente legato ai processi produttivi, ma è proprio un nuovo modo di pensare, una filosofia. Si avranno, così, nuove generazioni di operai, tecnici e manager 4.0.

Ogni Rivoluzione Industriale ha portato delle trasformazioni.  La Prima interessò prevalentemente il settore tessile e quello metallurgico, con l’introduzione delle macchine a vapore a partire dalla seconda metà del ‘700. La Seconda, che viene fatta partire convenzionalmente dal 1870, ha visto l’introduzione dell’elettricità, dei prodotti chimici e del petrolio. La Terza coincide con il passaggio alla tecnologia digitale, che ha portato all’automatizzazione di alcuni processi industriali. Nell’industria 4.0 (o quarta Rivoluzione Industriale) la digitalizzazione diffusa prende il posto dell’elettrificazione.

Sotto la spinta di questo “digital inside” si ha una mutazione della forza lavoro. I robot industriali hanno sostituito l’uomo nelle attività più faticose e hanno un notevole potenziale, ma necessitano sempre dell’ausilio o della supervisione del lavoratore.

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In questa Rivoluzione Industriale l’essere umano non deve sentirsi in competizione con le macchine, non è una lotta per mantenere il posto di lavoro, ma deve collaborare con esse per il compimento di un fine comune: la realizzazione di un prodotto performante e vendibile. Questa interazione tra uomo e macchina genererà i cosiddetti operai-robot. Vediamo alcuni esempi: La Chairless chair (letteralmente “sedia senza sedia”) progettata dalla startup Svizzera Noonee è stata adottata da Audi e consiste in un esoscheletro che si indossa come una normale tuta da lavoro e sostiene i lavoratori in posizione eretta, riducendo l’affaticamento degli arti inferiori senza ridurne la mobilità. Anche il colosso statunitense Ford ha sviluppato esoscheletri per gli arti superiori per sollevare, senza il minimo sforzo, componenti fino a 60 kg.

In futuro, le nuove tecnologie introdotte dall’industria 4.0 potenzieranno i “sensi” dei lavoratori, dalla vista al tatto. Volvocars da tempo lavora con Microsoft nella realizzazione di occhiali speciali per la realtà aumentata, che proiettano informazioni sull’oggetto in forma di ologrammi.

Adottando questi strumenti, aumenta la produttività e si riducono in maniera sostanziale gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, connesse, in particolare, al lavoro in catena di montaggio.

Per maneggiare attrezzi così potenti, servono nuove competenze: sarà necessario formare i dipendenti per utilizzare queste nuove tecnologie. Non si deve pensare che l’operaio dell’Industria 4.0 ricopra una posizione marginale o che sia facilmente sostituibile. Non potrà mai essere creata nessuna macchina con la capacità di adattamento, la versatilità e l’immaginazione tipiche dell’essere umano. Queste caratteristiche, infatti, sono alla base per la realizzazione di un prodotto competitivo in un mercato sempre più esigente.

La Commissione Europea ha calcolato che entro il 2020 il mercato richiederà 800mila professionisti del digitale e che l’offerta non soddisferà la domanda, se non in minima parte. Un dato su cui riflettere, è che, secondo le stime, il 40% dell’attuale forza lavoro europea non ha le competenze digitali di base.

Gli strumenti per contribuire a questa rivoluzione ci sono, ora “bisogna fare i lavoratori”.

TAG: Digital inside, Industria 4.0, Operai-robot
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