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La moda dell’estate: gridare al lupo, nero o razzista

| 3 Agosto 2018 | ATTUALITÀ

In seguito all’aggressione subita qualche giorno fa dalla giovanissima atleta di colore Daisy Osakue, un coro d’indignazione e sdegno levatosi da sinistra ha lanciato l’allarme razzismo in Italia. Il governo, non poteva essere altrimenti visto che le critiche erano rivolte verso di esso, si è affrettato a smorzare i toni. “In Italia non c’è nessun allarme razzismo” hanno chiosato all’unisono i due vice-premier Matteo Salvini e Luigi Di Maio.

Ma l’allarme viene gridato anche dalla sponda opposta. Da destra si mette in guardia dalla pericolosità degli immigrati i quali sarebbero gli agenti di una cospirazione finalizzata alla “grande sostituzione dei popoli” d’Europa. Ma soprattutto essi sarebbero particolarmente inclini a delinquere e commettere reati, ecco ciò che li rende davvero pericolosi.

A destra come a sinistra si grida al lupo. Media e politici, di schieramenti opposti, giocano allo stesso gioco, ovvero strumentalizzare fatti di cronaca ingigantendo problemi che in realtà sono molto più piccoli. Ciò non significa che casi come quello di Daisy Osakue vadano ignorati, come non bisogna ignorare i reati e le aggressioni commesse dagli immigrati. Ma da qui a dire che l’Italia è un paese razzista o che gli immigrati sono tutti delinquenti ci passa un mondo.

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Il punto è che strumentalizzare fatti di cronaca è sbagliato a prescindere perché essi, per definizione, non possono offrire un’immagine della situazione a livello nazionale ma per forza di cose vanno limitati nello spazio e considerati singolarmente, uno per uno. Affermare che in Italia c’è un emergenza razzismo perché si sono registrate alcune aggressioni a danno di stranieri è privo di fondamento logico. Oltretutto, fare affermazioni del genere quando le autorità devono ancora terminare le indagini, e quindi il movente dell’aggressione non è noto, è ancora meno logico. Se alcuni mentecatti aggrediscono degli stranieri non comporta che l’Italia sia un paese razzista. Non si faccia di tutte le erbe un fascio. Piuttosto che gridare all’allarme razzismo bisognerebbe chiedere a gran voce giustizia per chi subisce tali aggressioni affinché i mentecatti paghino ciò che gli spetta per le idiozie che commettono.

Inoltre, che cosa si intende per razzismo? Usare a sproposito questa parola ci fa perdere il suo significato e tutta la gravità che la accompagna. Bisogna fare attenzione alle parole e al modo in cui si usano.

Similmente, strumentalizzare fatti di cronaca per voler dimostrare che gli immigrati sono tutti pericolosi ed inclini a delinquere è privo di logica. Se alcuni nigeriani stuprano e squartano una ragazza oppure picchiano un controllore su un treno non significa che tutti i nigeriani siano degli stupratori incuranti delle regole. Tra parentesi, l’Associazione Antigone ha stilato un rapporto in cui è emerso che negli ultimi 10 anni il numero di stranieri nelle carceri italiane è più che dimezzato.

L’unico scopo di questa becera strumentalizzazione consiste nel portare acqua al proprio mulino, in termini di lettori (per i quotidiani) e consenso (per i politici). La strumentalizzazione di fatti di cronaca riguardanti gli immigrati crea un’immagine distorta della realtà, focalizza l’attenzione su temi fuorvianti che non sono di primaria importanza e fa perdere credibilità ai giornalisti/quotidiani che vi fanno ricorso. I leader politici, ahinoi, sono alla ricerca costante di qualche punto in più nei sondaggi e perciò non si fanno problemi a ricorrere a strumentalizzazioni e generalizzazioni tanto affrettate quanto prive di fondamento. Ma i quotidiani e i giornalisti, che svolgono un ruolo fondamentale nel processo di educazione ed orientamento dell’opinione pubblica, dovrebbero astenersi dal ricorrere a questi deprecabili modi di fare notizia. Ne va della loro credibilità ed autorevolezza, oltre che della corretta informazione dell’opinione pubblica.

Insomma, la moda più in voga di questa estate è la strumentalizzazione di fatti di cronaca per dare fondamento alle proprie tesi, o pseudo tali, sull’immigrazione. Se si vuole avere un dibattito serio e costruttivo sull’immigrazione bisogna mettere la cronaca da parte e fondare le proprie opinioni su dati concreti che diano la possibilità di osservare il fenomeno dell’immigrazione in Italia nella sua interezza. Questa regola, basilare per avere un dialogo costruttivo, ultimamente non viene tanto rispettata dai media mainstream, e questo preoccupa più delle tanto strillate emergenze razzismo e sicurezza.

TAG: consenso, Daisy Osakue, immigrazione, media mainstream, opinione pubblica, politici, quotidiani, razzismo, strumentalizzazione
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