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Un mondo di conflitti irrisolti

| 31 Luglio 2018 | ESTERI, POLITICA

Dopo un mese di proteste in Nicaragua, Ortega non cede ma reprime i dissidenti e il saldo delle vittime sale a 449. In Cambogia, si sono appena tenute delle elezioni del tutto libere in cui il regime di Hun Sen – in vigore dal 1985 – si è confermato al potere calpestando ogni speranza di democrazia nel paese. Nello Yemen è in corso un conflitto irrisolto, trasformato in emergenza umanitaria, nel quale ci sono almeno 20.000 vittime.

A proposito di conflitti irrisolti, la guerra civile in Siria prosegue – anche se con minor intensità rispetto a qualche anno fa, ma senza soluzioni – lasciandosi almeno 481.000 morti alle spalle. Nel frattempo, paesi come Venezuela e la Turchia, di cui i regimi sono apertamente sostenuti da potenze internazionali che pur di mantenere qualche dominio in più a livello geopolitico, sostengono autoritarismi che opprimono i popoli fino all’ultimo sangue. Per non parlare dei conflitti dimenticati nel Congo, in Nigeria, in Libia, nella Somalia, nell’Afghanistan e in tanti altri paesi nei quali la diplomazia è stata sconfitta oppure non è mai stata messa in pratica.

L’anarchismo nelle relazioni internazionali

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Tra i conflitti in corso e i conflitti dimenticati, originati sia da tensioni interne, sia dall’intervento di fattori esterni, ci sono diversi indicatori che ci fanno intuire come il presente assetto politico internazionale sia piuttosto insostenibile. Negli ultimi decenni le relazioni internazionali hanno ceduto il passo a una serie di tensioni di fronte alle quali non c’è stata alcuna risposta concreta ed efficace da parte delle Nazioni Unite o altri enti sovranazionali, i quali si sono presentati sempre più divisi al momento di risolvere le diverse crisi che continuano a presentarsi nelle diverse realtà locali.

Dobbiamo ammettere che siamo di fronte a una mancata evoluzione dei rapporti internazionali. Organizzazioni come l’ONU si mantengono in piedi grazie a un equilibrio precario tra potenze che non assumono alcun compromesso che vada oltre alle proprie pretese di dominio a livello geopolitico. Di conseguenza, la condizione umana dei cittadini nel mondo continua ad essere gestita secondo criteri interpretativi dei singoli Stati, senza che ci sia a livello sovranazionale un’insieme di regole condivise e rispettate che salvaguardino i diritti umani in generale.

Ad oggi, i conflitti nel mondo sono circa 70 e nella maggioranza dei casi, siamo lontani da una soluzione. Le potenze internazionali, assenti al momento di promuovere il rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali, sono sempre più presenti al momento di salvaguardare i propri interessi e l’ONU viene tradita da coloro che avrebbero dovuto garantirne la rilevanza.

Autodeterminazione o diritti umani?

Per garantire la pace e la sopravvivenza delle relazioni internazionali in un quadro sempre più complesso, bisogna andare oltre alla dicotomia di autodeterminazione-intervenzionismo a seconda degli interessi dei più forti e chiarire che, per quanto riguarda i diritti umani, gli Stati non sono sovrani e hanno dei trattati da rispettare anche all’interno dei propri confini.

Se consideriamo che il concetto di autodeterminazione dei popoli viene spesso usato per giustificare l’utilizzo dell’apparato militare di uno Stato nei confronti dei propri civili per silenziare la dissidenza e preservare un regime al potere, c’è da ammettere che in questi casi non vale più affermare che i “conflitti di Utopia devono essere risolti dagli utopiani”, poiché in casi del genere il risultato è scontato: non prevarrà l’accordo né tanto meno la volontà della maggioranza ma il capriccio di una minoranza che può garantirsi il potere imponendo la pace dei sepolcri…

Resta da chiedersi, come mai nel XXI secolo le relazioni internazionali siano ancora governate da un precario equilibrio della forza?! E quella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino, è lettera morta? Oppure è stata uccisa dalla mancata volontà politica?

TAG: conflitti, crisi umanitarie, emergenza, Onu, Relazioni internazionali
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