
I Paesi europei si trovano oggi ad affrontare l’emersione di nuovi bisogni e rischi sociali conseguenti i mutamenti demografici, economici e culturali (Pierson 2000; Ferrera and Hemerijck 2003; Greve 2012) unitamente alla compressione delle risorse finanziarie disponibili derivante dai vincoli alla spesa pubblica e dalla crisi economica.
Il coinvolgimento del settore privato e del terzo settore diventa particolarmente importante, poiché permette la circolazione di risorse, conoscenze e competenze. In particolare, le imprese possono assumere un proprio “ruolo sociale” da un lato verso l’interno dell’impresa stessa, attraverso meccanismi di welfare aziendale e di conciliazione famiglia-lavoro che, tramite la riorganizzazione del lavoro e dei benefici erogati ai dipendenti, possano migliorarne benessere e produttività; dall’altro dall’impresa verso l’esterno, attraverso la produzione di beni e servizi rivolti alle comunità che amplino il ventaglio dei diritti sociali tramite le proprie Fondazioni di impresa (Lodi Rizzini e Noia, Welfare e innovazione sociale: il caso delle Fondazioni di impresa in Italia,2018).
Cerchiamo di capire meglio cosa siano le Fondazioni d’impresa e come operino per comprenderne i reali benefici in termini sociali. Secondo la Fondazione Sodalitas, i caratteri peculiari delle Fondazioni di impresa sono l’avere come fondatore una o più imprese o una famiglia imprenditoriale; essere dotate di personalità giuridica distinta da quella dell’impresa, pur rimanendo legate a essa; ricevere dall’impresa il principale supporto finanziario. La definizione fornita da Sodalitas appare particolarmente rilevante per la sua capacità di rendere conto delle specificità del contesto italiano, in cui il tessuto economico è composto principalmente da piccole e medie aziende a conduzione familiare – circa l’85% (Aidaf 2017).
Le Fondazioni d’impresa possono essere classificate, in base alla modalità d’azione, in Fondazioni operative, modello che prevede l’erogazione diretta dei servizi da parte della Fondazione, ad esempio mediante attività dedicate ai dipendenti dell’impresa e ai loro familiari (borse di studio, servizi sanitari o assistenziali) e in Fondazioni erogative, le quali non erogano direttamente servizi, ma scelgono di finanziare progetti che possono essere proposti da soggetti esterni, come associazioni o enti i cui propositi siano vicini agli scopi statutari stabiliti dalla Fondazione.
In Italia il numero delle Fondazioni sta repentinamente crescendo e, infatti, già nel 1997, dai dati emersi dal primo censimento delle fondazioni italiane ad opera della Fondazione Agnelli, le Fondazioni italiane erano ben 2800 anche se all’interno di questo panorama quasi nessuna era classificabile come Fondazione d’impresa. Nel 2005 le Fondazioni erano diventate 4720 (Istat 2009, dati del 2005) di cui ben 131 Fondazioni d’impresa: circa il 70%, localizzate nel nord Italia, dato molto signifcativo.
In un periodo di forte instabilità lavorativa, di difficoltà nell’inserimento dei giovani nel mercato del lavoro, le Fondazioni d’impresa possono essere un lubricante sociale di non poco conto e, infatti, secondo la ricerca del 2015 “Fondazioni d’Impresa per i giovani: come far crescere il vivaio” dal 2011 al 2014, 49 fondazioni hanno investito 49 milioni di euro in 184 progetti che hanno coinvolto in maniera diretta o indiretta 56mila giovani. Queste cifre ci illustrano le potenzialità economiche, ma anche l’apporto conoscitivo e specialistico, che le fondazioni d’impresa possono far circolare nei territori, sfruttando i legami con la dimensione locale che le aziende hanno costruito nel tempo.
La responsabilità sociale d’impresa è un tema da rimettere al centro del dibattito pubblico e in particolar modo è necessario incoraggiare lo sviluppo delle Fondazioni d’impresa come interpreti di questa responsabilità perché pur essendo un terreno di progettazione e intervento sociale ancora di nicchia – il contributo non solo finanziario, ma anche di conoscenze e competenze sviluppate dalle fondazioni e dalle aziende fondatrici sui territori, nonché la sperimentazione di nuove strategie, possano apportare all’interno della sfera sociale interventi innovativi rispetto all’azione sia dei soggetti privati che di quelli pubblici.