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Il Piccolo Alfie vs la Cultura della Morte.

| 26 Aprile 2018 | ATTUALITÀ

Sono passati quasi due anni da quando il piccolo Alfie Evans lotta per rimanere in vita. Si, è una lotta che equivale al totale dei suoi giorni di vita. Alfie, figlio di Kate James e Thomas Evans, è affetto da una malattia rara di cui i medici non sono riusciti ad individuare una vera diagnosi e di conseguenza hanno esercitato dure pressioni sui genitori per staccare la respirazione artificiale che manteneva Alfie in vita.

Per Alfie sono già 22 mesi di lotta e nel frattempo Kate James e Thomas Evans sono assediati da due fronti: Da un lato, una sentenza del giudice di Cassazione Anthony Hiddens che ordina di staccare la spina e dall’altro, il personale dell’ospedale Alder Hey che tiene duro contro la coppia, minacciandola di procedere giuridicamente per eliminare i diritti parentali.

La pressione medica è stata implacabile nonostante la volontà dei genitori di mediare, di trovare una soluzione eppure di trasferire il piccolo Alfie all’ospedale Bambino Gesù di Roma concedendogli (per disposizione del Ministro Minniti) la cittadinanza italiana per motivi di urgenza. Procedura non facile ma viabile che è stata comunque respinta dallo stesso ospedale di Liverpool rivendicando la cittadinanza britannica del bambino in questione.

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L’intransigenza delle autorità mediche e del giudice della Corte d’Appello si è dimostrata ferrea, anche nei confronti di una vita. Infatti, il lunedì sera alle 22.15 è stato staccato il respiratore artificiale ad Alfie, ma miracolosamente dopo più di 10 ore di sofferenza, nelle quali gli sono stati tolti il cibo e l’acqua, Alfie si è mantenuto in vita riuscendo a respirare da solo.

Coloro che hanno affermato “rimanere vivo non è nei migliori interessi di Alfie(…)” eppure “non potrà rimanere oltre 10 minuti senza il respiratore artificiale” ci spieghino le cause di questa inattesa resistenza di un bimbo che si mantiene in vita senza respiratore artificiale, ne acqua, ne cibo. Per ora, il verdetto di morte non è bastato a spegnere la volontà di Alfie.

Il miracolo di Alfie è riuscito a far convocare una nuova udienza sulla base degli ultimi successi. All’udienza hanno partecipato le parti in causa e il giudice ha sentenziato che il bambino “potrà tornare a casa ma non in Italia”, criticando inoltre le persone vicine ai genitori perché danno “false speranze” alla giovane coppia. Non è bastata la resistenza di Alfie per sensibilizzare il giudice Anthony Hiddens: un’altra volta l’astrattezza giuridica prevale sulla vita e sulla dignità umana.

Comunque vada, Alfie e i suoi genitori hanno già vinto (Ha vinto anche il piccolo Charles Gard). Proprio quando il diritto di morire viene trasformato in un’obbligo, la vita si dimostra più profonda del diritto e diventa un mistero che sconfigge la cultura della morte.

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