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“Caro Matteo non sei stanco di nasconderti?“

| 26 Aprile 2018 | ATTUALITÀ

Caro Matteo, mentre la tua famiglia è decimata dai continui arresti e il tuo patrimonio si restringe sempre di più grazie ai sequestri, tu sei sempre uccel di bosco.

Oggi compì 56 anni, di cui 25 trascorsi in latitanza. Non sei più il ragazzo che scorazzava per le strade di Trapani con la moto o con una rombante due posti, vestito alla moda e con un Rolex al polso, accompagnato da belle donne. Sei sempre stato un Latin Lover, sarà il fascino del criminale che fa presa su alcune donne…, ma gli anni passano anche per te.

Non ti rendi conto di aver buttato via la tua vita scegliendo la strada sbagliata, non ti rendi conto che non te ne fai nulla dei beni accumulati perché hai perso la tua esistenza nel momento in cui hai scelto di stare dalla parte del male. Parlare di dignità con te è improprio, visto tutto quello che hai combinato; tu la dignità non l’hai mai avuta! Ti definisci un uomo, un uomo d’onore, ma uomo non scappa di fronte alle sue responsabilità, un uomo non uccide, un uomo non ammazza un bambino.

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Che vita è la tua? Una vita dedicata a pellegrinare, fatta di spostamenti in ambulanza, aiutato dalla sponda calabrese che ti dà la possibilità di spostarti per tutta Italia ed oltre, una vita ad aspettare chi ti riempie quel borsone del necessario per vivere ma che, piano piano, diventa sempre più vuoto. Puoi cambiare volto, rifarti i polpastrelli delle dita, viaggiare su auto superveloci e frequentare i casinò per svagarti un po’, ma anche tu hai il tuo tallone d’Achille che, nel tuo caso, non è in senso metaforico. Che tu non abbia cuore è un dato difatto, la tua crudeltà ha causato molte morti, ma che tu non l’avessi nemmeno con tua madre che si lamenta per la tua assenza e per tua figlia, Lorenza, che ha scelto di fuggire da quella casa paterna così pesante per lei, ti rende ancor di più un soggetto dal cuore di pietra.

Che ti rimane della tua vita? I nomi falsi: Alessio, Gioacchino, Domenico, false identità, false vite che non cancellano ciò che sei. Non puoi certo definirti il Malaussene della situazione, non sei il capro espiatorio, non sei la vittima, tu sei il carnefice che ha causato tante vittime innocenti. Scappare e continuare a farlo alla tua età diventa sempre più pesante, hai scelto tu questa vita nessuno te l’ha imposta. Anche se tu fossi stanco non ti consegneresti mai, è un disonore per un uomo d’onore… continua la tua condanna che tu hai scelto: la latitanza. Hai condannato a morte molti innocenti e cosi, ti sei condannato da solo. Non hai mai pensato che vita avresti potuto avere se solo avessi scelto la strada giusta?

Alla vigilia della tua latitanza hai scritto una lettera struggente per lasciare la tua ragazza dell’epoca: “…qualunque cosa hanno detto è soltanto una grande infamia, perché sono innocente… È iniziato il mio calvario, a 31 anni, con la coscienza pulita, non è giusto né moralmente né umanamente… Spero tanto che Dio mi aiuti”.

Coscienza pulita, calvario, innocente e chiedere aiuto a Dio, non sono parole che possono uscire dalla bocca di un mafioso. Gli anni passano “caro” Matteo e tu, in ogni caso, hai già perso te stesso, hai perso tua figlia, hai perso tutto. Non hai molta scelta: far parte ancora di cosa nostra che, oramai, mal digerisce la tua ingombrante presenza oppure consegnarti nelle mani della giustizia.

Le persone oneste sperano di vederti dietro le sbarre prima dei tuoi 57 anni, intanto scorre l’ennesimo tuo compleanno in latitanza… forse l’ultimo!

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