Finalmente si inizia a intravedere l’operazione per il rimborso degli obbligazionisti subordinati di Montepaschi.
Con un comunicato snello di sole 5 pagine cui si accede facilmente tramite internet (vai sul sito, entri in Gruppo Mps, di lì menu Investor Relations, quindi clicchi comunicati e accetti un disclaimer in inglese di un paio di schermate), Montepaschi ha finalmente pubblicato il comunicato con cui lancia “un’offerta pubblica volontaria parziale di scambio e transazione, rivolta ai titolari delle azioni ordinarie della Banca rivenienti dalla conversione… del prestito obbligazionario… Upper Tier II 2008 – 2018”.
Chi sono i potenziali beneficiari del rimborso.
Tutti i possessori dei titoli purché: (i) non siano controparti qualificate (banche, assicurazioni, imprese di investimento, fondi comuni, fondi pensione, finanziarie, fondazioni bancarie, soggetti pubblici, ecc.) o clienti professionali; (ii) non abbiano acquistato i bond da controparti qualificate o clienti professionali diversi dalle società del Gruppo Montepaschi (la Banca, o MPS Capital Service); (iii) abbiano comprato i titoli entro il 31 dicembre 2015.
Conviene spendere qualche parola sulla categoria dei “clienti professionali”. Vi rientrano, infatti, di diritto, tutte le “controparti qualificate” e le “grandi imprese”, ma anche coloro che hanno fatto richiesta di essere censiti come tali dalla banca. Ma attenzione: la richiesta è valida solo se è stata accettata dopo “una valutazione adeguata della competenza, dell’esperienza e delle conoscenze del cliente”, la quale non può prescindere dalla verifica di almeno due dei seguenti requisiti: (i) il cliente ha effettuato operazioni di dimensioni significative con una frequenza media di 10 operazioni al trimestre nei quattro trimestri
precedenti; (ii) il valore del portafoglio di strumenti finanziari del cliente, inclusi i depositi in contante, deve superare € 500.000; (iii) il cliente lavora o ha lavorato nel settore finanziario per almeno un anno in una posizione professionale che presupponga la conoscenza delle operazioni o dei servizi previsti. Se, pertanto, qualcuno è censito ai fini Mifid in maniera scorretta… forse questo è il momento di fare la voce grossa e chiedere una rettifica ex tunc.
La questione si salda anche all’altro requisito, relativo alle modalità di acquisto. In particolare, non è chiarissimo – almeno a chi scrive – il diritto al rimborso di chi avesse eventualmente acquistato i subordinati attraverso l’internet banking di Mps nell’ambito di un servizio non di consulenza passiva, ma di mera raccolta e trasmissione ordini (c.d. sistema “execution only“). In tale caso, infatti, potrebbe venire meno il requisito dell’anche solo potenziale responsabilità di Mps e, pertanto, la stessa possibilità di accedere ad una transazione fra le parti.
Le modalità di rimborso.
In sostanza, la azioni rivenienti dalla conversione del subordinato saranno oggetto di concambio con una nuova obbligazione senior, emessa da Mps, con scadenza a maggio 2018. Il valore nominale del nuovo titolo sarà uguale al minore fra il valore nominale del subordinato e il prezzo di acquisto dello stesso da parte del rimborsato.
Il nuovo titolo darà un’unica cedola a scadenza; gli interessi saranno calcolati a un tasso pari al tasso medio di periodo di analoghe obbligazioni di Mps (presumibilmente tra l’1,5% ed il 2,0% lordo).
Va anche precisato che l’importo nominale massimo della “nuova” obbligazione Mps si attesterà a € 1.560.000.000, a fronte di un controvalore delle azioni oggetto di burden sharing del subordinato Upper Tier II di € 2.056.034.666,85: pertanto, ove fosse fatta richiesta di conversione per tutte le azioni coinvolte (n. 237.691.869), ciascun obbligazionista riceverebbe una nuova obbligazione senior avente valore facciale pari al 74,707% del valore facciale del “vecchio” subordinato, mentre la restante parte richiesta a rimborso non troverebbe capienza, e resterebbe dunque in azioni Mps. Considerando che in parte il bond era in mano a istituzionali e che non tutti i retail lo hanno acquistato alla pari o sopra la pari, il rischio in questione sembra molto limitato; al massimo, potrebbe comportare per gli obbligazionisti una perdita di circa il 10% (le azioni Montepaschi sono date ad oggi sul secondario a circa la metà del loro valore di conversione; a breve dovrebbero essere nuovamente negoziate in borsa).
Una volta acceduto al rimborso, gli ex obbligazionisti subordinati non avranno null’altro a pretendere da Montepaschi, in relazione a questa triste vicenda. Il Mef, dal canto suo, avrà quasi il 68% di Mps.
Quando e come chiedere il rimborso.
Secondo quanto indicato dal Comunicato, l’offerta dovrebbe avere inizio entro fine ottobre e concludersi entro metà novembre. Sarebbe importante che, già in questo mese, gli interessati portassero le loro azioni, libere da pesi o vincoli, in un dossier Montepaschi. L’operazione, concretamente, potrà essere fatta nelle filiali oppure tramite la banca virtuale del Monte Widiba: anche in questo caso, una visitina al proprio consulente tra qualche giorno potrebbe essere più che utile.