C’è un giudice a Berlino, anzi una giuria popolare, ed ha emesso un verdetto inequivocabile: l’ondata migratoria, che assume a volte le sembianze di uno tsunami, spinge a destra l’Europa, fa emergere timori, inquietudini ed insicurezze, destabilizza gli equilibri del continente.
Dobbiamo avere il coraggio di guardare in faccia la realtà, senza rimanere prigionieri di schemi ideologici, del nostro innato solidarismo, dell’apprezzamento per il messaggio amorevolmente ecumenico di Papa Francesco, e concederci una pausa di riflessione.
Insistere sullo schema dell’accoglienza indiscriminata, senza regole, filtri e limiti, ignorare la montante xenofobia, in nome di principi universali, può produrre effetti devastanti e riconsegnarci ad incubi autoritari che sembravano spariti per sempre dai nostri sonni.
Se Merkel e Schultz perdono milioni di voti a favore di una destra estrema, che di norma non riusciva ad entrare in parlamento, se Salvini è arrivato al 15% sventolando la sua intolleranza etnico-religiosa, vuol dire che esiste un malessere da interpretare, che
scrollare le spalle e tirare avanti come se nulla fosse, è un gesto di folle irresponsabilità.
La lezione tedesca può essere l’antipasto di un voto italiano ancora più drammatico e devastante per quanti sono legati ad un’idea di democrazia da difendere con le armi della ragione, senza indulgere a settarismi, dogmatismi e visioni astratte.