Matteo Messina Denaro non è un boss in declino, anzi ha disposizione un cerchio magico in grado di supportarlo, da politici, imprenditori, massoni e semplici commercianti. Il suo status di boss è stato ereditato dal padre Francesco Messina Denaro, don Ciccio che, sin dal primo dopoguerra è stato a capo della locale di Castelvetrano. Deceduto nel 1998, suo figlio Matteo diventa il reggente della locale di Castelvetrano e rappresentante della provincia di Trapani.
Cosa Nostra di Castelvetrano e del trapanese in generale, è differente rispetto al resto della Sicilia. In primo luogo la famiglia si chiama locale, come nella ‘ndrangheta il capo viene chiamato reggente. Matteo alias Alessio, alias Diabolik, alias “u siccu” chiamato nelle intercettazioni, è un uomo d’onore pi rera cioè per eredità avendo avuto il padre ai vertici di cosa nostra trapanese per più di 20 anni. Sin da giovane inserito all’interno di Cosa Nostra, ha alle spalle numerosi omicidi ed è ricercato per le stragi del 1992 – 1993. Latitante dall’estate 1993 quando, dopo una vacanza a Forte dei Marmi, si diede alla macchia e d’allora, si è preso beffa delle forze dell’ordine che, in più di una occasione sono arrivati ad un passo dalla sua cattura.
La capacità di Messina Denaro nel mimetizzarsi è dovuta principalmente a tre fattori: l’omertà che vige nella mafia trapanese è più elevata rispetto ad altre famiglie mafiose, difatti sono pochissimi i pentiti del trapanese, inoltre cosa nostra trapanese è organizzata a raggiera ossia i componenti sono conosciuti solo dal reggente e tra di loro non hanno contatti. In questo modo si aumenta la segretezza per evitare che si creino falle nelle famiglie; le protezioni politiche di cui ha sempre goduto la famiglia Messina Denaro e la protezione massonica di cui gode. I legami tra Messina Denaro e la politica come la massoneria, sono decennali: sia lui che il padre Francesco erano stati assunti dai D’Ali come campieri delle loro proprietà. Antonio D’Alì viene eletto nelle liste di Forza Italia con 52000 preferenze nel marzo del 1994.
Lo stesso Matteo della politica, in uno scritto dice: “Oggi per essere un buon politico basta che faccia antimafia, più urla e più strada fa ed i politici più abietti sono proprio quelli siciliani che hanno sempre venduto questa nostra terra al potente di turno. Troppo semplicistico per lo Stato italiano relegare il fenomeno Sicilia come un’orda di delinquenti. Abbiamo più storia noi che questo Stato italiano”. Sembra proprio che, di rappresentanti politici siciliani ne abbia visti parecchi e chissà quanti lo hanno sostenuto segretamente e urlato in piazza le loro convinzioni antimafiose.
Da sempre, il territorio trapanese ha avuto contatti con la massoneria e pare che nel 2007, Matteo Messina Denaro, abbia fondato una loggia massonica “La Sicilia” diffusa non solo sull’isola, con il compito di utilizzarla da collante con le istituzioni ed il mondo finanziario. Difatti ne farebbero parte imprenditori, avvocati, commercialisti, politici ed anche appartenenti alle forze dell’ordine. I suoi affari non si svolgono solo in Sicilia ma soprattutto nel nord Italia con ingenti capitali che vengono trasferiti in Svizzera. Del suo passaggio si hanno tracce anche al Casino’ di Campione d’Italia, vuoi per la sua passione per il gioco d’azzardo, vuoi per reinvestire i suoi capitali illeciti. Sotto il falso nome Matteo Cracolici. Il boss non è statico nel suo territorio, si muove liberamente grazie ad una protezione molto attenta.
Ricostruzioni al computer del suo volto nel corso degli anni ve ne sono state parecchie, addirittura in questi giorni, sono stati affissi dei manifesti a Palermo di Messina Denaro travestito da donna. Non sarebbe più semplice se gli inquirenti divulgassero particolari di Messina Denaro che lo renderebbero riconoscibile al di là di qualsiasi ricostruzione o travestimento? Il collaboratore di giustizia Vincenzo Sinacori ha dichiarato che nel 1994, Matteo Messina Denaro, ha subito un intervento a Barcellona per curare la forte miopia che ha prodotto anche uno strabismo.
Il suo strabismo erano noto già dagli anni novanta ma c’è un particolare, un difetto fisico di Matteo sconosciuto ai più, è leggermente claudicante per un problema al piede destro e mentre cammina posiziona lo stesso esternamente appoggiando il tallone non completamente. Pare che tale problema derivi da una caduta in moto in giovane età quando, con i suoi amici di scorribande, se ne andava nei locali più in voga della Sicilia; secondo altri invece, è dovuto ad un incidente con una pistola ma, se fosse così il suo carisma da boss verrebbe meno.