C’era una volta un uomo di nome Andrea Orlando a cui capitò di essere nominato Ministro della Giustizia ( lo è dal 2014, dopo riconferma) e, come per magia, iniziò a sciogliere la lingua.
Nel Settembre del 2016 pronunciò queste meravigliose parole:” Faccio un esempio. La modifica – devo dire abbastanza passata sotto silenzio – della Costituzione per quanto riguarda il tema dell’obbligo di Pareggio di Bilancio non fu il frutto di una discussione nel Paese. Fu il frutto del fatto che a un certo punto la Banca Centrale Europa, più o meno – ora la brutalizzo – disse: “O mettete questa clausola nella vostra Costituzione, o altrimenti chiudiamo i rubinetti e non ci sono gli stipendi alla fine del mese”. Io devo dire che è una delle scelte di cui mi vergogno di più, mi vergogno di più di aver fatto. Io penso che sia stato un errore approvare quella modifica. Non tanto per il merito, che pure è contestabile, ma per il modo in cui si arrivò a quella modifica di carattere Costituzionale“.
Una cosina così, leggera. La finanza che tiene per i testicoli la politica.
Non ci furono grandi reazioni sugli organi di informazione ( strano!) mentre il web cattivo reagì, infastidito.
Capitò che lo stesso Ministro un anno dopo, rilasciando un’intervista, vomitasse altre paroline con noncuranza ( qui la fonte http://www.corriere.it/politica/17_agosto_15/orlando-hater-online-penale-piu-utile-rimuovere-post-profili-b792f544-8120-11e7-a91b-263e95546556.shtml ): ” Ovvero?
«Sanzioni all’interno dello stesso luogo dove si svolgono i reati: la Rete. Rimuovere un post o sospendere un profilo è una punizione a cui l’odiatore è decisamente sensibile».
E come si possono infliggere queste sanzioni?
«I paesi dell’Unione europea hanno fatto una convenzione con i principali provider affinché si responsabilizzino in questo senso. L’accordo è che rimuovano su segnalazione i post o rimuovano i profili sgraditi, sempre su segnalazione anche di soggetti estranei all’ingiuria».
Quindi una soluzione già c’è?
«Ci sarebbe. Alcune Ong europee (previste dalla convenzione) hanno monitorato le rimozioni dei post e le sospensioni dal sito: purtroppo sono poche e avvengono molto lentamente».
Apprendiamo che la guerra alle parole d’odio travalica la Costituzione italiana ( articolo 21 ) sulla libertà di espressione inserendo il principio della censura per gradimento, dando mandato ( gratuito? ) a ONG ( organizzazioni non governative) di sbianchettare il profilo/messaggio sgradito.
Sgradito… a chi? Ai controllori della rete scelti dai controllori del politicamente corretto, a loro volta controllati da qualcun altro. Non dimentichiamo che la giustizia ha già le armi per fermare chi usa in maniera delinquenziale il web. Qui siamo oltre, possiamo parlare tranquillamente di censura, applicata a coloro i quali non risultano “graditi” nelle loro esposizioni ( ma non perseguibili a norma di legge, quindi corretti ).
Detto semplicemente, stanno dando potere alle forze di governo di tacitare le opposizioni o, comunque, chi abbia voglia di esprimere un parere contrario.
Quelle di Orlando sono parole molto gravi messe in bocca ad un Ministro della Giustizia; un giorno, forse, ci dirà che è stato obbligato da forze soprannaturali, che lo spirito di Orwell si è impossessato delle anime dei governanti europei, che “la guerra è pace, la libertà è schiavitù e l’ignoranza è forza”. Ora, se non vogliamo diventare i nuovi protagonisti di “1984”( del quale consigliamo lettura ), sarebbe il caso di uscire dalla vasca dei pesci rossi ed iniziare a mettersi di traverso. Iniziando con le elezioni prossime. Se ci saranno.