Correva l’anno 2016 quando il Prodi Romano, di Bologna, sulle colonne di “La Repubblica” si lasciava scappare questa confessione “…Ci siamo illusi che la gente si rassegnasse a un welfare smontato a piccole dosi, un ticket in più, un asilo in meno, una coda più lunga…”
L’intervista verteva sulla nascita dei movimenti populisti ed il professore, con il solito carisma da bradipo, ammise che senza consenso popolare, i partiti di governo rischiavano la debacle elettorale.
Il popolo, quella infame calamità alla quale viene ancora dato il permesso di votare, nel frattempo ha dovuto fare i conti con una sanità volutamente massacrata dalla politica dei tagli: diminuzioni di posti letto, di personale medico ed ausiliario, ridimensionamento dei servizi, allungamento delle liste d’attesa. Che bello, pensate, tutto con gli stessi costi del 2011. Abbiamo solo mandato al macero qualcosa che funzionava (non in tutte le Regioni, è vero) per inseguire i diktat europei sul pareggio di bilancio e favorire la sanità privata (per coloro che se la possono permettere). Che poi, a dirla tutta, in un Paese ad alto tasso di disoccupazione, parlare di mancanza di personale in strutture pubbliche è proprio una bestemmia…
Torniamo al Mortadella e la crisi di consenso dei partiti di governo, ci torniamo oggi dopo aver letto su “La Stampa” le dichiarazioni di un altro genio “sinistro”: Enrico Rossi, Governatore della Toscana.
“Sulla sanità abbiamo tagliato troppo. L’Italia ormai è vicina al punto di rottura”.
Il governatore toscano: “L’ho fatto anch’io, ma ora va invertita la rotta”, meraviglioso il potere delle elezioni, vero?
Ci credete? Io no. E non lo farò finché non smetteremo di seguire passo passo le agende economiche scritte dalla banca centrale europea (quella che dice di avere come unico mandato la stabilità dei prezzi). Se non la ricordate, vi esorto a rileggere la lettera Draghi-Trichet del 2011 c’è tutto il nostro recente passato e prossimo futuro. Tagli compresi che, come dice il mio amico Andrea (@KappaRar), si pagano con la salute. Buona fila a tutti!