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Proposte ed aspiranti

| 16 Luglio 2017 | ATTUALITÀ

Ad un Paese preoccupato ed inquieto, che continua a contemplare il suo declino tra gli schiamazzi di una classe politica rissosa, famelica ed inconcludente, vengono raccontate storie dai contorni fiabeschi ed annunciate da più parti inevitabili vittorie elettorali, propedeutiche alla soluzione di tutti i problemi.

La riforma istituzionale è stata travolta da un mare di no, una sorta di onda anomala che ha dichiarato irricevibile la proposta di cambiamento, ma il dopo naufragio ci ha riconsegnato alle solite ambasce, lasciando sull’arenile i resti di un’esausta legislatura, unitamente alla nevrosi di tutti i soggetti politici.

Ci trattano come se non avessimo memoria del nostro vissuto e coscienza delle cause di tanto malessere ed i due antagonisti della seconda repubblica, centrodestra e centrosinistra, continuano a rimpallarsi le responsabilità della stagnazione economica, dell’acquiescenza alla politica di austerità imposta dall’Europa, della continua lievitazione del debito pubblico.

Non vogliono ammettere che i governi degli ultimi 20 anni sono stati incapaci di varare le riforme strutturali di cui avevamo impellente necessità, consentendo alle varie burocrazie di
inceppare i meccanismi decisionali, alla corruzione di dilagare, alla giustizia di esondare dal suo alveo.

Se gli altri paesi europei hanno ripreso a correre, mentre noi ci trasciniamo, se possono permettersi di tenere chiuse le loro frontiere ed osservare da lontano l’invasione a cui siamo sottoposti, vuol dire che qui la classe politica non funziona. Del resto basta riflettere sulla qualità e lo spessore dei personaggi che aspirano alla presidenza del Consiglio ed alle convulsioni dei partiti, per capire quanto sia impervia e tortuosa la strada per uscire dalla crisi.

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