Mi danno del renziano

Ho appena condiviso e brevemente commentato l’ultimo post di Renzi, relativo ai rilievi rivolti al PD in ordine all’accordo sottoscritto con i maggiori partiti per il varo della nuova legge elettorale.
Si tratta di un lungo ragionamento semplice e ben articolato con il quale ripercorre il recente cammino che ha portato alla riforma costituzionale ed all’Italicum, con successiva bocciatura dell’una da parte del corpo elettorale e dell’altra per mano della Corte Costituzionale.
Comparando le critiche rivolte ad entrambi i provvedimenti nella fase della loro approvazione e lungo l’arco della campagna referendaria, con quelle che vengono scagliate adesso contro l’ipotesi di accordo, emerge con chiarezza come ai censori del leader PD non vada bene praticamente nulla.
L’ impostazione maggioritaria materializza tra di noi la figura minacciosa dell’uomo solo al comando e del partito pigliatutto, che espropria le altre forze del loro diritto di rappresentanza, quella proporzionale apre le porte ad inciuci ed accordi vergognosi con partiti che sono la sentina di tutti i mali.
Nell’un caso e nell’altro aleggia il disegno criminoso di accorciare la normale durata della legislatura perché il ragazzo di Rignano, infischiandone delle possibili ricadute sul Paese, ha fretta di riappropriarsi del giocattolo temporaneamente prestato all’amico Gentiloni.
Si è detto che le regole del gioco vanno modificate con una larga condivisione del maggior numero possibile di soggetti interessati ed è quello che sta accadendo, anche se Napolitano afferma oggi che i sottoscrittori dell’accordo sono solo quattro amici al bar intenti a soddisfare i loro appetiti, ma continua a manifestarsi contrarietà, ripulsa, voglia di criminalizzare qualsiasi iniziativa di cambiamento.
Mi danno del renziano, senza comprendere che do voce al mio riformismo, le cui radici affondano, purtroppo, in tempi molto remoti, e non posso cambiare linea perché lui, il reprobo, esprime un pensiero affine al mio.
Che Renzi sia o no in buonafede, io non defletto dalla mia posizione e non faccio abiura di un pensiero politico che mi appartiene da sempre, con buona pace di quanti passano il loro tempo a chiedersi se è nato prima l’uovo o la gallina.