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Legge Elettorale: è scontro sui decreti

| 4 Maggio 2017 | POLITICA

Nel Pd si discute e si ha quasi la sensazione che sia orientata su due opzioni riguardo alla legge elettorale: alla tedesca, cioè, metà proporzionale e metà maggioritaria con la larga intesa di Forza Italia, oppure il decreto con le correzioni chieste alla Consulta all’Italicum che tra l’altro trova consensi da buona parte dell’opposizione. I democratici renziani, dopo le ultime consultazioni con il M5S, tagliano fuori Grillo che pare aver non volere né una legge elettorale e tantomeno il voto anticipato, ma continuare a speculare per altri sei mesi sui vitalizi e magari fare una campagna elettorale sulla manovra d’autunno del governo Gentiloni. Insomma, al momento, il borsino sulla legge elettorale vede in calo lo schema Pd-M5S e privilegia quello dell’asse con Forza Italia.

Poi c’è il tema decreto. Dalle parti del Pd viene sottolineata molto importante la disponibilità data da Matteo Salvini a votare un eventuale dl sulla legge elettorale. Il fatto che un pezzo dell’opposizione si dica disponibile a sostenere un decreto del governo è un fatto non trascurabile. Ma per i membri del M5S in commissione Affari costituzionali, la legge elettorale per decreto sarebbe come un colpo di Stato. Intanto, come annunciato, è slittata di una settimana la presentazione del testo base in commissione. Avrebbe dovuto chiederlo il Pd.

Lo ha fatto Forza Italia, seguito a ruota dai membri democratici renziani. Una sintonia che non è sfuggita e che qualcuno legge come la prova di una trattativa già in corso tra FI e il Pd. Ma in commissione non si è fatto cenno ad alcun sistema, né tedesco né altri. Pare che la discussione fosse orientata sui tempi. Sullo slittamento, appunto. E a Fi e Pd si sono aggiunti anche i centristi nel chiedere il rinvio del testo base. E il presidente della commissione nonchè relatore sulla legge elettorale, Andrea Mazziotti, non ha potuto non dare seguito alla richiesta.

Il testo base era pronto ma hanno optato ad accogliere la richiesta dei tre gruppi che, insieme, hanno la maggioranza sia alla Camera che al Senato. Ora si aspetta che l’interlocuzione tra le forze politiche porti a una proposta in modo da poter predisporre un testo base. Per il capogruppo Pd in commissione, Emanuele Fiano, c’è la volontà di fare un lavoro parlamentare serio aspettando, dai colleghi degli altri partiti, una capacità di proposta. Per completare il quadro è stato chiesto più tempo e il PD si è volentieri associato. Mostrando la massima disponibilità ma confermando la voglia di fare presto e bene la legge elettorale.

La volontà del Pd di “fare presto e bene” come dice Fiano, non è del tutto credibile per Sinistra Italiana che reputa grave la richiesta di rinviare di una settimana il testo base. Sempre secondo il capogruppo SI, Giulio Marcon, sembra di assistere al gioco delle tre carte. Mentre da Mdp, Alfredo D’Attorre fa notare il rischio dell’approdo in Aula per il 29 maggio, perché non si possono comprimere i tempi di discussione in commissione.

Proprio per questo si riunirà l’ufficio di presidenza della commissione per rivedere il calendario. Visto che era stato fissato per il 12 maggio il termine per la presentazione degli emendamenti. Si teme un rinvio anche dell’approdo in aula alla Camera fissato per il 29 maggio, ma se ci sarà un’altra data lo dovranno decidere i capigruppo.

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