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Svolta nel delitto di Garlasco: nuove piste e vecchi fantasmi scuotono il caso Poggi

| 25 Maggio 2025 | CRONACA
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A quasi diciotto anni dal brutale omicidio di Chiara Poggi, il caso che ha sconvolto Garlasco e l’Italia intera torna a infiammarsi. Nuove indagini, reperti riesaminati con tecnologie all’avanguardia e un nuovo nome iscritto nel registro degli indagati, quello di Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, potrebbero riscrivere una verità giudiziaria che sembrava ormai scolpita nella pietra con la condanna definitiva di Alberto Stasi. Al centro della scena, due impronte digitali, la “33” e la “10”, e il mistero che le avvolge.

L’ombra dell’impronta 33: una traccia controversa

Una traccia papillare, catalogata come “impronta 33”, emerge come uno degli elementi cardine di questa nuova fase investigativa. Rilevata all’epoca dei fatti sulla parete delle scale che conducono alla cantina, vicino al luogo del ritrovamento del corpo di Chiara, oggi viene attribuita ad Andrea Sempio con una corrispondenza di ben 15 punti. Un dato significativo che, secondo gli inquirenti, collocherebbe Sempio sulla scena del crimine.

Tuttavia, un’ombra inquietante si allunga su questa prova potenzialmente cruciale: come anticipato dal Tg de La7 dell’intonaco originale su cui l’impronta era impressa non vi è più traccia. Raschiato all’epoca con un bisturi sterile per le analisi, il campione fisico sembra svanito nel nulla, né negli archivi della Procura di Pavia, né in quelli dei Carabinieri del Ris di Parma.

Esiste solo la fotografia di quella traccia, un’immagine che ora assume un peso investigativo enorme. L’assenza del reperto originale rende impossibile effettuare nuove analisi biologiche dirette per confermare la presenza di DNA o tracce ematiche, alimentando un giallo nel giallo e sollevando interrogativi sulla conservazione delle prove, un copione che ricorda amaramente altre vicende giudiziarie italiane.

La difesa di Alberto Stasi, da sempre convinta dell’innocenza del proprio assistito, ha depositato una consulenza che ipotizza la presenza di tracce biologiche, forse sangue, proprio su quell’impronta, basandosi sulla reattività ai reagenti utilizzati all’epoca. Se confermata, questa ipotesi potrebbe rafforzare la tesi di un coinvolgimento di Sempio.

La speranza nell’impronta 10: il DNA come chiave di volta?

Ma le attenzioni degli investigatori non si concentrano solo sulla “33”. Un’altra traccia, la “10”, un contatto papillare insanguinato rinvenuto sulla porta di casa Poggi, torna a essere esaminata. Sebbene presenti un numero di “minuzie” (punti caratteristici) inferiore a quello necessario per un’identificazione dattiloscopica certa, questa impronta offre una speranza concreta: la possibilità di estrarre e analizzare il DNA.

Le moderne tecniche di genetica forense potrebbero rivelare a chi appartiene quel DNA, fornendo un elemento potenzialmente decisivo per le indagini. Se il profilo genetico non corrispondesse né a Stasi né a Sempio, si aprirebbe lo scenario di una terza persona presente sulla scena del delitto, una possibilità che aleggia da tempo sul caso.

L’Incidente Probatorio: Un Appuntamento Cruciale

Il prossimo 17 giugno sarà una data fondamentale per il futuro del caso. Davanti al GIP del Tribunale di Pavia si terrà l’incidente probatorio, un’udienza cruciale durante la quale verranno analizzati numerosi reperti mai esaminati in precedenza o riesaminati con le nuove tecnologie. In questa sede, le parti avranno modo di confrontarsi in contraddittorio sulle nuove evidenze, incluse le impronte digitali e le eventuali tracce biologiche. L’esito di questo incidente probatorio potrebbe segnare una svolta definitiva, orientando le indagini verso nuove direzioni o consolidando le attuali ipotesi.

Un contesto giudiziario complesso e controverso

La riapertura del caso ha inevitabilmente riacceso il dibattito e le polemiche. L’ex Procuratore di Pavia, Mario Venditti, che all’epoca archiviò la posizione di Andrea Sempio, ha definito le “nuove” prove “inservibili e infruttuose”, sottolineando come già allora la prova scientifica fosse stata valutata e ritenuta non decisiva. Venditti, attraverso il suo legale, ha anche denunciato la diffusione di notizie false e diffamatorie.

Dall’altra parte, la difesa di Alberto Stasi vede in questi nuovi sviluppi una conferma della propria linea difensiva e una speranza per una revisione del processo. La difesa di Andrea Sempio, a sua volta, respinge ogni accusa, sostenendo la plausibilità della presenza di Sempio in casa Poggi in quanto amico del fratello e mettendo in dubbio l’utilizzabilità giuridica dell’impronta 33.

Il giallo di Garlasco: una verità ancora da scrivere

Il giallo di Garlasco, a distanza di quasi due decenni, si arricchisce di nuovi capitoli, intrecciando passato e presente in una trama giudiziaria complessa e ancora lontana da una conclusione. Le moderne tecnologie investigative offrono oggi strumenti impensabili all’epoca, ma la perdita di reperti fondamentali e le diverse interpretazioni delle prove rendono il cammino verso la verità ancora tortuoso. L’incidente probatorio di giugno e le successive mosse della Procura saranno decisive per capire se il caso Poggi avrà finalmente una risposta definitiva o se continuerà a essere uno dei misteri irrisolti della cronaca nera italiana. La ricerca della verità, per Chiara e per tutti coloro che sono stati toccati da questa tragedia, prosegue, tra speranze, dubbi e l’incessante desiderio di giustizia.

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