
La Camera dà il via libera alla legge di bilancio: con 200 voti favorevoli, 112 contrari e tre astenuti, la seconda manovra del governo Meloni è ufficialmente legge. La premier Giorgia Meloni esprime gratitudine ai parlamentari di maggioranza di Camera e Senato, definendo la manovra come cruciale, incentrata sulle famiglie, il lavoro e le imprese.
La legge, con i suoi tre pilastri di taglio del cuneo, riforma dell’Irpef e sostegno alle famiglie con un budget di ventotto miliardi, riceve il plauso della premier. Tuttavia, il passaggio al Senato, seppur caratterizzato da poche modifiche, vede un esame più approfondito, con particolari attenzioni alle pensioni dei medici e alla cedolare secca sugli affitti brevi, mantenuta al 21% per una delle case affittate.
L’approvazione alla Camera si configura come un passaggio formale, con il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti elogiante: “Proseguiamo su un percorso di prudenza, responsabilità e fiducia”. Nonostante ciò, le dichiarazioni di voto evidenziano uno scontro acceso tra maggioranza e opposizione. Quest’ultima critica aspramente la manovra definendola una serie di tagli e tasse, mentre il centrodestra rivendica gli aiuti a imprese, lavoratori e famiglie.
Il dibattito in Aula è caratterizzato da accuse incendiarie, con l’opposizione che denuncia la manovra come figlia di un disinteresse per le fasce più deboli, mentre il centrodestra difende il provvedimento dedicandolo a Silvio Berlusconi. In questo contesto, il confronto tra le forze politiche si fa acceso, con citazioni emblematiche e attacchi personali, delineando un quadro politico polarizzato e teso.