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Eurostat: Italia ultima in UE per crescita lavoro

| 3 Aprile 2023 | ECONOMIA

In Italia il lavoro cresce, ma non abbastanza. Nel 2022 il tasso di occupazione è salito di 1,9 punti, ma il nostro Paese resta distante di quasi dieci punti dalla media europea e, superato dalla Grecia, scivola in fondo alla classifica.

L’Italia, a causa della migliore performance della Grecia, è diventata fanalino di coda sia per le donne sia per gli uomini. Per le donne il tasso è al 51,1%, con una crescita di 1,7 punti: nonostante la crescita sia stata superiore, l’Italia resta a quasi 14 punti di distanza della media Ue (crescita di 1,6 punti, al 65%). La Grecia per le donne ha ingranato la marcia del sorpasso con tre punti in più, passando dal 48,2% al 51,2%.

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Per gli uomini l’Italia è al 69,2%, con 2,1 punti in più rispetto al 2021: la media Ue è al 74,8%. Anche in questo caso la crescita è superiore a quella media Ue (2,1 punti contro 1,5), ma è ancora a 5,6 punti di distanza. La performance italiana è peggiore di quella greca, che sfiora i 4 punti di crescita passando dal 66,4% al 70,3%.

Resta lontanissima la Germania, che per le donne segna un aumento dal 72,2% al 73,5% e per gli uomini passa dal 79,3% all’80,9%.

Nel complesso, il divario tra il tasso di occupazione italiano e quello della media europea nel 2022 era di 9,8 punti, in calo rispetto ai 10,2 del 2021. Il divario è meno ampio nella fascia 55-64 anni, con il 55% in Italia e il 62,4% in Ue. Ma da noi dal 2016 la percentuale in questa fascia è aumentata di 5,1 punti, contro i quasi 9 medi in Ue. Dal 2012, quando è arrivata la riforma Fornero, l’Italia ha recuperato oltre 15 punti (il tasso era al 39,9%) contro i 16 della media Ue. In questa fascia di età nel 2022 fanno peggio Lussemburgo (46,6%) e Romania (46,7%).

Guardando alla fascia dei lavoratori più giovani, quelli tra i 15 e i 29 anni, la distanza con l’Europa si riduce rispetto al 2021 ma resta ampia: 33,8% in Italia, 49,2% in Ue. Nel nostro Paese si registra comunque un aumento del tasso di 2,7 punti sul 2021, raggiungendo i massimi dal 2010 (33,8%). La Grecia resta indietro in questa fascia con il 33,1%.

Il presidente dell’Inps Pasquale Tridico ha parlato della necessità di aumentare la forza lavoro, sottolineando la connessione tra mercato del lavoro e sistema pensionistico: “In Italia parliamo troppo di pensioni ma poco di lavoro, che è ciò che sostiene le pensioni. Per avere meno problemi a livello pensionistico dobbiamo aumentare il tasso di occupazione. Oggi il rapporto è di 1,4 lavoratori per 1 pensionato. Prevedo che fra dieci anni per le prospettive demografiche il rapporto si abbasserà a 1,3. Dobbiamo far di tutto per portare questo numero almeno a 1,5”.

TAG: Eurostat, Italia, lavoro, UE
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