Nel febbraio del 1990, all’alba di un decennio che viene da molti considerato il fedele proseguimento di quello precedente, contraddistinto dal riflusso ideologico e dall’ottimismo edonista, al Festival di Sanremo i Pooh cantarono “Uomini Soli”.
Sul palco più nazionalpopolare per antonomasia, scritta e cantata da una delle band simbolo della musica pop italiana, gli uomini senza donna protagonisti del pezzo fecero emozionare milioni di telespettatori incollati su Raiuno. “Uomini Soli” dei Pooh vinse a mani basse quell’edizione del festival canoro, anche grazie al carisma dei suoi interpreti, per la prima (e unica) volta saliti come semplici concorrenti sul palco del Teatro Ariston.
Il testo, scritto da Valerio Negrini e Robi Facchinetti, è in antitesi con quelli di tante altre canzoni degli stessi Pooh. Qui non abbiamo una “strana amica di una sera” che sta per essere lasciata dal maschio italiano, che deve tornare ai suoi doveri di fidanzato, dato che c’è “tanta voglia di lei”. Il tema del tradimento, quasi sempre di un uomo nei confronti di una donna, è stato uno dei più presenti nella discografia italiana degli anni sessanta, settanta e ottanta. Va considerato che i parolieri italiani, fino a qualche decennio fa, erano quasi tutti uomini e, seppur meno celebri degli artisti sul palco, anche loro avevano in media una vita sentimentale impegnativa. Negrini, per esempio, ebbe tre mogli.
I Pooh non erano certo uomini soli nel 1990. Eppure decisero di portare questa tematica “inedita” per il panorama musicale italiano nell’evento più seguito dell’anno.
“A volte un uomo è da solo perché ha intesta strani tarli, perché ha paura del sesso o per la smania di successo. Per scrivere il romanzo che ha di dentro, perché la vita l’ha già messo al muro, o perché in un mondo falso è un uomo vero”.
Nella seconda strofa del pezzo, quella cantata da Red Canzian, vengono presentate delle diverse categorie di uomini che oggi potrebbero essere identificati come incel.
Gli uomini con strani tarli ricordano i mentalcel, incel perché convinti di essere brutti, non all’altezza delle donne o percepiti da queste come persone strane e poco affidabili. Quest’ultima peculiarità sui siti incel spesso viene nascosta, perché si vuole collegare lo status al solo aspetto fisico e non anche a quello mentale.
I Pooh ce lo dicono bene parlando di uomini che hanno paura del sesso, altra tematica tabù per i siti incel.
L’uomo con la smania di successo potrebbe essere invece associato agli standardcel, incel a causa delle loro alte aspettative. Sono convinti di meritarsi una bellezza da copertina e vedono come un’umiliazione accettare di stare con donne meno attraenti. L’unica scala di valori accettata da questi incel è quella che va dallo 0 al 10, da quelle che chiamano “cesse obese” alle “fighe da copertina”.
L’uomo vero in un mondo falso ricorda molto la teoria redpill: di fronte a una maggioranza che ha assunto la pillola blu della accomodante bugia, gli uomini veri sono i pochi che hanno accettato la scomoda verità della pillola rossa, unici consapevoli del dominio sessuale femminile sull’uomo.
“Ci sono uomini soli per la sete d’avventura, perché han studiato da prete o per vent’anni di galera, per madri che non li hanno mai svezzati, per donne che li han rivoltati e persi, o solo perché sono dei diversi”.
Nella terza strofa, quella cantata da Stefano D’Orazio, ci sono due punti che andrebbero evidenziati. Si parla di uomini soli a causa di madri possessive. Quest’ultima è una figura tipica della tradizione italiana. Tanti uomini italiani restano eterni adolescenti a causa di madri troppo presenti. La tematica dei genitori, come è prevedibile, non viene assolutamente trattata dagli incel del web. Chi è un mammone, chi passati i 30 anni vive ancora (per ragioni diverse) in famiglia, chi mantiene un legame morboso con la propria madre, non lo sbandiera in rete.
Uomini rivoltati e persi da donne: alcuni divorziati e separati, pur non essendo celibi, possono essere classificati come incel, se dopo la rottura della loro relazioni non riescono a trovare una nuova compagna. Questi incel, di età in genere superiore alla media dei loro simili, possono anche avere dei figli e spesso sono persone che oltre al disagio personale per la rottura del loro rapporto sentimentale devono anche far fronte a spese economiche elevate. Non è un caso che siano sorte diverse associazioni che vanno in aiuto dei padri separati in difficoltà. Sui forum degli incel questi uomini soli vengono spesso tirati in ballo, a raramente qualcuno afferma di esserlo. Forse un padre separato ha altri problemi che non fare l’incel frustrato sul web.
La figura dell’uomo distrutto dopo essere stato lasciato da una donna dà credito a uno dei cavalli di battaglia della teoria redpill: quella del maschio zerbino (cuck negli Stati Uniti). Un uomo, per paura di essere lasciato dalla compagna e ritrovarsi incel di mezza età o con figli da mantenere, accetta ogni imposizione della sua partner. Questa figura maschile, che accetta di fare il paggetto per non venir scaricato dalla cinica compagna, è una delle figure più disprezzata dall’universo incel. Il nomignolo affibbiato loro negli States “cuckhold” fa riferimento alle corna che il maschio zerbino è destinato a subire dalla sua partner, ovviamente con un maschio più prestante, il famoso “chad”. Se dietro un nickname gli incel del web attaccano i maschi zerbini, quanti lo fanno sinceramente? Quanti vestirebbero volentieri i loro panni, felici di avere del sesso in cambio della sopportazione di un’assillante compagna nella vita di tutti i giorni?
Si può essere soli perché spinti dalla sete di avventura. Anche un maschio alfa può dunque ritrovarsi solo, magari anteponendo altri interessi al sesso. Le restanti figure non sembrano avere a che fare con gli incel, ma non è detto che tra galeotti, preti e omosessuali non si nascondano alcuni di loro.
“Vediamo se si può, farci amare come siamo, senza violentarci più, con nevrosi e gelosie… Vediamo se si può imparare queste donne e cambiare un po’ per loro, e cambiarle un po’ per noi”.
I due ritornelli cantati da Facchinetti danno delle soluzioni, che si scontrano con la teoria redpill, ma anticipano di parecchi anni le analisi di studiosi come Marco Crepaldi.
La canzone esprime il chiaro desiderio di superare la condizione di uomo solo. Per farlo però, è fondamentale che l’uomo smetta di tormentarsi e provi a cambiare, per essere accettato dal mondo femminile e per migliorare la propria autostima. L’uomo deve fare uno sforzo empatico per comprendere meglio le donne e i loro comportamenti. Al tempo stesso però, anche le donne devono fare un passo indietro e mostrare maggiore empatia verso l’uomo. Le donne devono cambiare un po’, per avvicinarsi alla controparte esclusa. Due parti in conflitto, lo dice la Storia, devono cedere entrambe qualcosa per poter giungere a un compromesso, altrimenti sarà ancora guerra.
La canzone “Uomini Soli”, all’alba degli anni novanta del secolo scorso, sviscera una tematica che solo recentemente ha fatto breccia nel parlare comune, grazie al fenomeno incel. Gli uomini soli in trent’anni di storia italiana sono aumentati di numero, ma i passaggi del brano dei Pooh restano attuali, a dimostrazione che la cultura, anche popolare, spesso anticipa avvenimenti e costumi destinati a condizionare la società.