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Albinati, Borgonovo e l’omofobia degli omosessuali repressi

| 30 Dicembre 2021 | CULTURA, LIBRI

La nuova destra ha sempre più spazio su social e mass media, per voce dei suoi opinionisti di punta. Alcuni sono giornalisti passati opportunisticamente dal berlusconismo decadente al salvinismo e al melonismo rampante (Mario Giordano, Maurizio Belpietro, Maria Giovanna Maglie); altri sono ex politici che mutano il proprio pensiero per meri interessi personali (Daniele Capezzone e Alessandro Meluzzi) o personaggi televisivi sempre in cerca di visibilità. Poi ci sono i volti nuovi, facce fresche che agli spettatori più attenti non danno l’idea del personaggio bollito in cerca di rilancio.

Uno di questi è Francesco Borgonovo. Classe 1983, nativo di Reggio Emilia, Borgonovo è il vicedirettore de La Verità. Ha diverse pubblicazioni all’attivo e oggi imperversa sulle nostre tv nella parte dell’opinionista della destra populista. Non sappiamo se crede veramente in tutte le cose che dice, ma il ruolo per cui viene invitato nelle trasmissioni è quello. Nella sua narrazioni gioca a far passare il centrosinistra per servo dei poteri forti venduto all’ordoliberismo (e fin qui ha gioco facile), e la destra italiana per vera forza di tutela dei ceti meno abbienti (e qui è molto bravo a mistificare). Ma i temi su cui Borgonovo va forte sono i diritti civili, dove ovviamente recita il ruolo del conservatore ortodosso.

Con i suoi toni pacati e impregnati di colta antipatia, il giornalista emiliano non solo contesta ogni politica a favore dell’universo Lgbt, ma parla spesso di “regime del gender”, titolo tra l’altro di un suo libro del 2019. Borgonovo è spesso ospite dei talk show di Raitre e La7, dove in un contesto perlopiù ostile recita la parte del “cattivo” sovranista, intollerante e omofobo. Borgonovo con la sua aria da pretino saccente è perfetto per dare fastidio agli ospiti progressisti.

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La figura di Borgonovo deve aver colpito lo scrittore Edoardo Albinati. Nel suo ultimo pamphlet, “Velo Pietoso”, edito da Rizzoli,  Albinati analizza il mondo dei mass media e dei social nell’epoca della pandemia da Covid 19. Il vincitore del Premio Strega 2016 si imbatte in un pacato giornalista di destra “un tipo magrolino, pacato nei modi e rigido negli argomenti, che vorrebbe apparire dialogante e ben educato, con la barbetta curata… aria da seminarista”. Questa figura sembra proprio ricordare Borgonovo, anche se Albinati non lo nomina mai.

Lo scrittore romano non si concentra sulle dichiarazioni del giornalista di destra, ma sulla sua figura, che vede intrappolato in quello che chiama “regime virilista”. Dietro la difesa della famiglia e il culto “di una mascolinità incontaminata, il giornalista occulterebbe dentro di sé l’esatto opposto di questi valori”. Anche io, come Albinati e come altri, ascoltando Borgonovo attaccare una politica a suo dire asservita agli interessi della lobby Lgbt, abbiamo pensato a una sua omosessualità repressa.

Per Albinati è necessario fare emergere la vera natura del soggetto in questione e “mentre con modi sempre più striduli sta rivendicando le sue opinioni, gridargli «A Frooociooo!»”. Leggendo “Velo Pietoso”, ho invidiato Albinati per avermi rubato le idee. Anche io, guardando Borgonovo in tv, convinto quasi al 100% del suo orientamento sessuale, dopo una sua dichiarazione contro i diritti per le famiglie arcobaleno ho avuto il desiderio di alzarmi dal divano e urlargli un epiteto omofobo.

Non sappiamo con certezza l’orientamento sessuale del giornalista e dovrebbe essere assolutamente irrilevante ai fini del dibattito. Ma Borgonovo mostra un astio verso una galassia eterogenea che è stata riscontrata spesso proprio in omosessuali e lesbiche repressi. Lo stesso Albinati è convinto che negli studi televisivi dove Borgonovo imperversa, tutti i giornalisti e politici presenti siano convinti dell’orientamento sessuale del vicedirettore de La Verità. “Ma non possono dirlo apertamente”. Come fu per l’attore Rock Hudson o per il gerarca fascista Augusto Turati, tutti quelli della “cerchia ristretta” conoscono le reali passioni del soggetto in questione, ma non possono sbandierarle. La Hollywood degli anni ’50 o il ventennio fascista erano ovviamente contesti molto più omofobi dell’attuale società italiana. Però i casi di persone che vivono male il proprio orientamento sessuale non sono pochi. Ancora oggi.

Un conservatore può anche essere sposato con figli, come il senatore della Lega Simone Pillon, ma sulla sua testa può pendere una spada di Damocle che lo taccerà di omosessualità repressa. Sono solo sospetti potrà dire qualcuno, ma sono il risultato di atteggiamenti, movenze, frasi pronunciate e scritte che fanno pensare a una diversità sessuale latente o repressa. Ci sono studi sul tema e molti nemici delle battaglie Lgbt potrebbero esserne le cavie perfette.

Non tutti gli omofobi sono ovviamente omosessuali repressi. Il più celebre omofobo italiano del web, l’ex parlamentare Pd e oggi leader de Il Popolo della Famiglia Mario Adinolfi, non desta sospetti di omosessualità. Anzi, nei suoi continui attacchi pretestuosi alla pallavolista Paola Egonu, sembra emergere un’attrazione morbosa del pokerista romano per la campionessa veneta. Non il maschio, ma una giovane donna dalla sensuale pelle d’ebano avrebbe infatuato Adinolfi, che almeno, finora, non si è lasciato andare in attacchi razzisti.

La letteratura nazionale, come scrisse Francesco De Sanctis, ha il compito di fornire una sintesi organica dell’anima e del pensiero d’un popolo. Albinati con “Velo Pietoso” lo fa. Facendoci conoscere alcuni aspetti della nostra società. Non condivido tutta la visione dello scrittore romano, ma il suo lavoro traccia un solco nell’anima culturale italiana, ambiente dove imperversano anche figure come Borgonovo. Che vanno affrontate a violenti colpi di penna, se si giudica il loro pensiero dannoso per il Paese. Senza arrivare alla “fraccata di legnate” citata nel pamphlet (che in tanti abbiamo sognato, restando fedeli alla differenza tra idea e azione), i propagandisti dell’omofobia e dell’intolleranza, gay o etero che siano, una bella infilzata a suon di letteratura la meritano. Dritta al cuore.

TAG: #gender, Albinati, Borgonovo, destra, Edoardo Albinati, famiglie arcobaleno, Francesco Borgonovo, gay, La Verità, Lgbt, Mario Adinolfi, omofobia, omosessualità, Paola Egonu, populismo, Premio Strega, saggistica
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